Attentati Parigi: Valeria Solesin, studi, fuga dall’Italia

Pubblicato il 15 Novembre 2015 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA
Attentati Parigi: Valeria Solesin, studi, fuga dall'Italia

Attentati Parigi: Valeria Solesin, studi, fuga dall’Italia

VENEZIA – Una ragazza modello, tenace e solare con un cervello fine che l’aveva portata a fare carriera a tempo di record. Così viene descritta da parenti e amici Valeria Solesin, 28 anni, veneziana, morta nell’assalto terroristico al Bataclan di venerdì sera. Valeria, cresciuta nel cuore di Venezia, a Cannareggio era diventata cittadina del mondo.

Dopo il diploma al liceo scientifico Benedetti di Venezia, si era trasferita a Trento dove si è rapidamente laureata in sociologia. Da qui era andata per un dottorato proprio a Parigi, dove viveva da quattro anni, per proseguire gli studi specialistici all’Università Parigi 1, La Sorbona, approfondendo il rapporto del ruolo delle donne divise tra famiglia e lavoro con una particolare attenzione alle differenze di vita in rosa tra la Francia e l’Italia.

In pochi anni aveva già pubblicato alcuni saggi raccogliendo tra l’altro interviste ed entrando anche nello specifico di alcune realtà cittadine molto diverse tra l’Italia frammentata in tanti comuni grandi e piccoli e la Francia con Parigi catalizzatrice della comunità transalpina. La madre ha ricordato la sua esperienza con i clochard di Parigi, “per conoscere tutte le sfaccettatura di una realtà che andava a studiare e frequentare”.

Dai suoi amici era considerata uno dei cosiddetti “cervello in fuga” perché in Italia non trovava spazio per affermarsi. Al Bataclan era andata con il fidanzato ed un’amica, entrambi di Trento, e un alto ragazzo di Verona. Mentre stavano per entrare nel locale è iniziata la sparatoria e il lancio di granate e nel fuggi fuggi generale si è vista separata dal fidanzato perdendo la borsa, con i documenti, che è stata raccolta dall’amica. Testimoni avevano detto di averla vista ferita. Poi la ricerca, essendo lei priva di documenti, via internet dei congiunti dall’Italia e a Parigi da parte del fidanzato e altri conoscenti con un porta a porta negli ospedali il tutto mentre si attivava anche la Farnesina. L’epilogo oggi nell’istituto di medicina legale di place Mazas a Parigi col riconoscimento del corpo.