Aveva sposato tre donne, patteggia sei mesi per bigamia

Pubblicato il 18 Febbraio 2010 - 12:54 OLTRE 6 MESI FA

Per motivi di lavoro si era allontanato da casa raccontando alla moglie che per qualche mese avrebbe dovuto soggiornare negli Stati Uniti, ma quella breve assenza si è protratta per 15 lunghissimi anni.

Giuliano Moncini, 50 anni, originario di Altopascio in provincia di Lucca, da quel giorno non ha fornito più sue notizie, violando gli obblighi di assistenza familiare. In due occasioni però, l’ufficio dello stato civile del comune ha scoperto che il consorte si era risposato all’estero e quindi, secondo la legge italiana, era bigamo.

Giuliano Moncini non si è presentato alle udienze camerali perché in Italia non ha messo più piede e vive ormai dal 1995 non negli Usa, come riferito all’epoca all’ex consorte, ma a Quito, capitale dell’Ecuador. Il legale dell’imputato contumace, avvocato Lodovica Giorgi, ha chiesto e ottenuto dal giudice Giuseppe Pezzuti, il patteggiamento a sei mesi di reclusione convertiti in 6840 euro di multa per bigamia e abbandono del tetto coniugale.

La Storia comincia il 21 novembre 1989 quando Moncini, socio di una ditta di termoidraulica della Piana,si sposa con una giovane donna lucchese: lui ui ha 29 anni, lei qualcuno in meno. Un anno dopo nasce una bambina. Tutto bene sino a quando, per problemi occupazionali, l’artigiano racconta alla consorte della necessità di un suo viaggio in America per risolvere una questione legata al suo lavoro. Ma quella partenza diventa ben presto un addio.

Lui in realtà finisce in Sud America e in Ecuador ritrova l’amore. Il 19 marzo 1998 contrae matrimonio in Ecuador e nel febbraio 2006 Moncini, dopo essersi separato dalla prima moglie ecuadoregna, si risposa nuovamente, sempre a Quito e sempre con una giovane ragazza del luogo. La prima moglie, consapevole della situazione, si rivolge a un legale per ottenere oltre alla separazione, gli alimenti e gli obblighi di sussistenza dovuti dall’ex consorte sia a lei che alla figlia. Che al momento del suo allontanamento da casa aveva poco più di cinque anni. Allo stato degli atti il matrimonio datato 1989 risultava ancora valido.

Evidentemente Moncini non aveva pensato che i certificati registrati in Ecuador sarebbero poi arrivati in Italia. E dell’arrivo dell’atto di matrimonio dal paese sudamericano erano stati informati i carabinieri che avevano compiuto gli accertamenti necessari. Secondo il pubblico ministero Enrico Corucci, documenti e testimonianze non lasciavano alcun dubbio sulla colpevolezza di Moncini.