Balducci, Blandini e quei palazzi Siae venduti alla metà

Pubblicato il 11 Gennaio 2012 - 10:14| Aggiornato il 12 Gennaio 2012 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Fiorenza Sarzanini dalle colonne del Corriere della Sera racconta una vicenda che riguarda Palazzi della Siae che sarebbero stati venduti in perdita e di un legame tra Angelo Balducci, ex braccio destro di Guido Bertolaso alla Protezione civile e Gaetano Blandini, ex direttore della sezione Cinema del ministero dei Beni Culturali.

“Nel febbraio 2009 portò in carcere molti componenti della «cricca» dei Grandi Eventi a raccontare questi rapporti, con Blandini che segnala una persona da assumere e in cambio si adopera per le società di produzione gestite dalle mogli di Balducci e Anemone. Ma finanzia anche un film dove recita Lorenzo Balducci. Nove mesi dopo Blandini viene nominato direttore generale della Siae”, scrive il Corriere della Sera.

A fine dicembre scorso, il 28 per la precisione, sarebbe stato firmato un atto notarile che cede i Palazzi della Siae (Fondo Pensioni) al Fondo Aida: 6 immobili, tutti a Roma a un prezzo di 80 mila euro. Spiega Sarzanini: “Nel bilancio 2010 il valore era già stato indicato in 103 milioni di euro e dunque la perdita secca già equivale a 23 milioni di euro. Non basta. Anche gli immobili della Siae vengono ceduti e confluiscono nel «Fondo Norma». Prezzo concordato: 180 milioni di euro, ma il valore dei palazzi è già stato stimato in 360 milioni di euro, esattamente il doppio. L’intera operazione finanziaria è affidata alla «Sorgente Group» e prevede che entro il prossimo 31 gennaio il 100 per cento di «Aida» venga acquisito dal «Norma». I conti sono presto fatti: a fronte di stabili stimati complessivamente 463 milioni di euro, gli introiti risultano pari a 260 milioni”.

Ci sarebbe anche un precedente: “Nel bilancio 2010 del Fondo Pensioni era stata messa in consuntivo una perdita pari a 18 milioni di euro, ma il collegio dei revisori non l’aveva certificata ritenendo di non «poter condividere» le motivazioni che avevano causato il «buco» nei conti”.