Bambino suicida a 12 anni: la mamma lo trova impiccato in cameretta

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Dicembre 2016 - 16:39 OLTRE 6 MESI FA
Bambino suicida a 12 anni: la mamma lo trova impiccato in cameretta

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VITTORIO VENETO (TREVISO) – Suicida a dodici anni. La sua mamma l’ha trovato così: impiccato in cameretta con una corda. Si era insospettita dopo cena, perché il figlio si era chiuso in camera e non tornava a guardare la tv. Così è andata a cercarlo, e si è trovata davanti questa scena.

Le sue grida hanno fatto accorrere familiari, amici e parenti della cittadina di Conegliano Veneto, in provincia di Treviso. E’ stata proprio una parente, un’infermiera con esperienza di primo soccorso, ad aiutare i genitori del piccolo a togliergli la corda dal collo e a praticargli  le prime manovre di rianimazione e di massaggio cardiaco. Ma il cuore del piccolo si era già fermato.

Sul posto, racconta il Gazzettino, sono subito arrivati anche i carabinieri, un’autoambulanza e un’automedica. I medici sono riusciti a rianimare il bambino e ad intubarlo, poi la corsa all’ospedale di Conegliano, dove il dodicenne è arrivato in condizioni davvero critiche e dove è stato trasferito d’urgenza in rianimazione.

Spiega il Gazzettino:

 

L’elettroencefalogramma a cui è stato più volte sottoposto fino a ieri sera non lasciava in realtà molte speranze. I genitori, se la situazione dovesse avere esito infausto, avrebbero già manifestato l’intenzione di dare il nulla osta all‘espianto degli organi.Si spera ovviamente in un miracolo, ma le possibilità che il ragazzino possa riprendersi davvero sono ridotte al lumicino. Rimangono i tanti perché, ma è un fatto che il disagio psichico nella pre-adolescenza stia crescendo.

Il quotidiano veneto a riguardo ha interpellato il dottor Umberto Simonetti, direttore dell’Unità Operativa Infanzia, adolescenza Famiglia dell’Usl di Conegliano-Vittorio Veneto, che ha spiegato:

“Solo nel 2015 sono stati da noi seguiti 392 bambini tra gli 11 e 14 anni. E di questi i bambini con disturbi di tipo psicologico, di fragilità relazionale con genitori e coetanei o scuola, sono stati ben oltre il centinaio. Un fenomeno fino a qualche anno fa non così marcato. I ragazzini hanno meno strumenti per pensare, riflettere di fronte a difficoltà e frustrazioni”.