Una banda di nomadi voleva fare il “colpo” nella villa di Mourinho

Pubblicato il 6 Febbraio 2010 - 19:32 OLTRE 6 MESI FA

Anche Josè Mourinho e alcuni giocatori dell’Atalanta nel mirino delle banda di rom in Lombardia. I nomadi avevano preso di mira infatti la villa sul lago di Como dell’allenatore dell’Inter e le abitazioni di alcuni calciatori della squadra bergamasca.

La banda, formata da componenti di etnia sinti, era specializzata in furti in case di lusso. L’organizzazione è stata sgominata dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Genova.

Tra il materiale sequestrato dai militari nei campi nomadi di Mezzago e Grezzago, in provincia di Milano, è stato trovato infatti un articolo di giornale sulla lussuosa villa del tecnico nerazzurro. Quattro i nomadi fermati dai carabinieri di Genova in collaborazione con i colleghi di Vimercate: Mirjana Nikolovska, macedone di 46 anni, Zoran Bentivoglio, 20 anni, Luca Radosavljevic, di 30, e Bruno Bentivoglio, di 44, già detenuto nel carcere di Marassi per altri reati.

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dal pm Alberto Lari, Radosavljevic era a capo della banda composta da Zoran Bentivoglio e altri nomadi in corso di identificazione, mentre gli altri due si occupavano di nascondere la refurtiva e contattare i ricettatori. Gli investigatori contestano per il momento al gruppo tre colpi, in abitazioni nei comuni di Busnago (Milano), Bulgarograsso (Como) e Gallarate (Varese) per un bottino totale di oltre 400 mila euro.

Nel corso delle perquisizioni nei campi di Mezzago e Grezzago, sono stati trovati gioielli e orologi preziosi (Rolex, Cartier e Panerai) per un valore di 100 mila euro. I nomadi, al momento dell’arrivo dei carabinieri hanno cercato di disfarsi di parte della refurtiva, bruciandola in un braciere.

Per individuare le vittime e pedinarle senza suscitare sospetti i nomadi usavano auto di lusso, come Porsche, Jaguar e Bmw. Si appostavano all’uscita di teatri, grosse aziende o di centri sportivi dei comuni lombardi. Appena la vittima predestinata saliva a bordo della sua vettura, erano pronti ad annotare i numeri di targa da cui poi risalivano al luogo di residenza tramite certificazione Aci.