Baresi contro leccesi: rissa di Pasqua nel carcere di Lecce, 9 agenti feriti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Aprile 2014 - 16:34 OLTRE 6 MESI FA
Baresi contro leccesi: rissa di Pasqua nel carcere di Lecce, 9 agenti feriti

Il carcere di Borgo San Nicola a Lecce

LECCE – Detenuti baresi contro detenuti leccesi: una maxirissa nel carcere di Sannicola (Lecce) al termine della quale si contano 9 agenti feriti con prognosi da 6 ad 8 giorni. La fonte della notizia è Leo Beneduci, segretario del sindacato autonomo di polizia Penitenziaria (Osapp).

La rissa fra leccesi e baresi sarebbe scoppiata nel reparto C2 – 4° sezione durante quella che il linguaggio burocratico penitenziario definisce “la fruizione della socialità per la festività di Pasqua”. In pratica un momento in cui tutti i detenuti festeggiano insieme la Pasqua: qualcosa da mangiare, qualcosa di troppo da bere e la rissa fra fazioni rivali è servita.

Sul sito di Lecceprima qualche dettaglio in più sulle cause della rissa. Nell’ordine: disaccordo sul risultato di una partita a carte; contestazioni sul conto della spesa comune; campanilismo.

“All’origine del diverbio, futili motivi tra cui il risultato di una partita a carte e la spartizione della spesa per le vivande, ai quali si è sommata una punta di campanilismo che ha aizzato un gruppo di leccesi contro gli altri detenuti provenienti della provincia di Bari. Il personale del carcere è subito intervenuto per fermare la scazzottata, e identificare tutti i partecipanti alla rissa. Le indagini per chiarire l’addebito delle responsabilità sono ancora in corso, ma i primi provvedimenti disciplinari, in attesa di quelli penali, sono stati già avviati. Uno dei coinvolti nell’episodio, peraltro, allontanato dagli agenti dal resto del gruppo, avrebbe inscenato un suicidio, a mo’ di protesta”.

Lamenta Beneduci che a Sannicola ci sono troppi detenuti e pochi agenti, quindi il rischio di un bis è concreto

“il carcere di Lecce continua ad essere uno degli Istituti con il minore numero di personale rispetto alla popolazione detenuta e da tempo né l’amministrazione centrale, come per il restante territorio nazionale, nè il provveditore regionale forniscono più alcun supporto operativo all’Istituto”