Bari, ecografo è vecchio e la paziente firma liberatoria: Asl indaga

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Settembre 2017 - 05:00 OLTRE 6 MESI FA
Bari, ecografo è vecchio e la paziente firma liberatoria: Asl indaga

Bari, ecografo è vecchio e la paziente firma liberatoria: Asl indaga

BARI – L’ecografo è troppo vecchio e così i medici dell‘ospedale di Venere di Bari hanno chiesto alla paziente incinta di firmare una liberatoria se l’esame sulla salute del feto si fosse rivelato sbagliato. L’episodio risale allo scorso 20 luglio ma ora l’Asl ha aperto un’indagine sull’accaduto. Vito Montanaro, direttore generale dell’Asl di Bari, ha promesso di fare luce sulla vicenda, soprattutto perché l’ospedale sarebbe dotato di apparecchiature di ultima generazione che non sarebbero state utilizzate.

Nicola Pepe sul quotidiano la Gazzetta del Mezzogiorno scrive che la liberatoria è stata allegata al referto dell’ecografia, con lo scopo di sollevare dalla responsabilità l’ospedale se la diagnosi si fosse rivelata inesatta. Nella stessa giornata ad altre donne incinta è stato chiesto di firmare la liberatoria per poter essere sottoposte all’esame:

“Al Di Venere c’è un centro di riferimento regionale per la diagnosi fetale, motivo per cui sono a disposizione apparecchiature di ultime generazione ritenute le più avanzate nel settore ecografico. Il paradosso è proprio questo: se due porte accanto c’è il top della tecnologia che senso ha utilizzare o addirittura far firmare questa dichiarazione alla paziente? Un atto che suono più come una tecnica di cosiddetta medicina difensiva, attuata dai medici (forse su input di qualche società scientifica di settore) per mettersi al riparo da problemi ed eventuali contenziosi.

Infatti, nel caso denunciato dalla Gazzetta, alla donna fu assicurato “a parole” che il feto era a posto, mentre sul referto sottoscrisse che c’era il rischio di errore di diagnosi (“Si informa la paziente che l’esame è stato eseguito con ecografo AlokA X10SS10 di vecchia generazione. Tale condizione comporta difficoltà alla visualizzazione delle strutture fetali, rischio di errore diagnostico e bassa qualità di imaging”).