Bartolomeo Gagliano. Cancellieri contro direttore Marassi: “Ha mentito”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2013 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Bartolomeo Gagliano. Cancellieri contro direttore Marassi: "Ha mentito"

Salvatore Mazzeo, direttore del carcere di Marassi, dal quale è evaso Bartolomeo Gagliano (LaPresse)

ROMA – L’evasione di Bartolomeo Gagliano ha messo il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri contro il direttore del carcere di Marassi, Salvatore Mazzeo.

Secondo il ministro Mazzeo ha mentito, quando ha dichiarato che non sapeva che Gagliano fosse un assassino.

Liana Milella su Repubblica ha registrato gli umori della Cancellieri. Felice per la cattura di Gagliano, convinta del principio della “rieducazione della pena”:

“Dopo due giorni di incubo, cambia l’umore di Annamaria Cancellieri. È ancora oscuro di mattina, quando il ministro della Giustizia racconta a Montecitorio come sono andate le due evasioni. È solare di pomeriggio, quando il suo staff le passa il biglietto in cui c’è la notizia della cattura di Gagliano. Sono le 14.45 e il Guardasigilli torna a respirare. «L’hanno preso, evviva, questo sì che è un regalo di Natale» dice in commissione Giustizia dove, nonostante il clima complessivamente “manettaro” che si respira, lei non si tira indietro dal dire che il Paese ha bisogno sia dell’amnistia che dell’indulto. Coerente mentre le evasioni sono ancora in atto, e dopo, a fughe rientrate.

Tant’è che alle 10, davanti a un emiciclo di deputati tutti molto spinti sulla sicurezza, lei ribadisce che, nonostante la percentuale di mancati rientri, «non si possono trarre conclusioni affrettate ed emotive sulla valenza complessiva di istituti irrinunciabili per attuare il principio della rieducazione della pena». Quindi nessuno stop «ai permessi premio, al lavoro esterno, alla semi libertà, all’affidamento in prova, strumenti essenziali per reinserire socialmente i detenuti, come è scritto nell’articolo 27 della Costituzione». «Un meccanismo che deve produrre più, e non meno sicurezza». Di cui il Guardasigilli fornisce anche le cifre, per dimostrare che i mancati rientri sono esigui e minimali, tali da non inficiare la strategia di recupero in sé (2010, 19.662 permessi, 38 mancati rientri; 2011, rispettivamente 21.923 e 48; 2012, 25.275 e 52; dati analoghi quest’anno, quindi siamo sotto l’uno per cento).
Ci stanno tutte, a metà pomeriggio, le congratulazioni al capo della polizia Alessandro Pansa. Ci sta quel dire che «è una bella soddisfazione, siamo stati bravi, vuol dire che il sistema Paese funziona». Rispetto per il comportamento dei giudici, e in particolare per il magistrato di sorveglianza che ha concesso il permesso a Gagliano.

Il bersaglio della Cancellieri è Mazzeo:

“Nessuna indulgenza invece per il direttore del carcere di Marassi, quel Mazzeo che ha fatto «dichiarazioni temerarie» quando ha detto che loro non erano in possesso di tutta la storia criminale di Cagliano. Cancellieri ordina il suo trasferimento perché, all’opposto, «il carcere era in possesso di tutti i documenti sul detenuto». Quindi non solo «c’è stata leggerezza da parte sua», ma soprattutto le sue parole in diretta tv «hanno gettato allarme sulla popolazione e discredito sulle istituzioni».

“Dichiarazioni temerarie”, quelle di Mazzeo. Ma Gagliano era “un detenuto modello”:

«Tranquillo, disponibile ai colloqui, collaborativo», una vita in cella «priva di rilievi disciplinari, addirittura oggetto di elogio da parte della polizia penitenziaria». Riscontri «positivi» al permesso del 17 agosto «della madre, del cappellano, del servizio di salute mentale». Per questo il giudice «concede i due permessi proprio al fine di preparare il detenuto all’uscita definitiva dal carcere». Una decisione che Cancellieri mostra di condividere alla luce della storia di Gagliano. Certo, era un criminale, ma in carcere alla fine si comportava bene, era prossimo al fine pena, i permessi non sono uno scandalo.