Benito Mussolini, la sua morte e l’agente segreto Usa…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Agosto 2016 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA
Benito Mussolini, la sua morte e l'agente segreto Usa...

Benito Mussolini, la sua morte e l’agente segreto Usa…

ROMA – Nella morte di Benito Mussolini sarebbe stato coinvolto anche un “super poliziotto” americano. Valerian Lada-Mocarski, secondo nuovi documenti storici, era un agente dell’Oss, il servizio segreto Usa antesignano della Cia. Non è chiaro cosa l’agente segreto avrebbe fatto, ma è stato riconosciuto (sotto mentite spoglie) in una foto pubblicata sul Corriere di Informazione.

Scrive Matteo Sacchi su Il Giornale:

L’articolo non forniva particolari informazioni ma tre dei quattro uomini ritratti nella foto erano chiaramente riconoscibili. Il comandante della 52esima brigata Garibaldi, Pier Luigi Bellini delle Stelle, il vicecommissario politico della stessa formazione, Urbano Lazzaro, (l’uomo che riconobbe Mussolini sul camion tedesco) e il partigiano Lorenzo Bianchi. Meno facile identificare l’uomo al centro vestito con un elegante abito bianco. Lucini e Tanzi notarono che il volto sembra alterato nello scatto. In aggiunta, le scritte sui cartelli alle spalle del quartetto sembrano stranamente illeggibili. Un errore nella riproduzione o un fatto voluto? E come mai l’automobile a cui i 4 erano appoggiati sembra tutto tranne che un modello italiano. Incuriositi, i due ricercatori si sono messi a indagare. In poco tempo hanno riconosciuto l’auto, una Ford Fordor Deluxe: «Un macchinone in dotazione solo a esponenti di alto grado della diplomazia e dei servizi Usa». La ricerca si fermerebbe lì se i due svizzeri non avessero incrociato una nuova versione della stessa foto, questa volta pubblicata da Oggi negli anni ’90 a corredo di un’intervista a Urbano Lazzaro (foto visibile in alto a destra). I cartelli risultano leggibili, indicano Bonzanigo, Giulino e Mezzegra. Questo rende riconoscibile il punto dello scatto: il bivio di Azzano dove si fermò il camion con a bordo i gerarchi fucilati a Dongo per raccogliere anche i cadaveri della Petacci e di Mussolini. Esiste una foto d’epoca in cui il 28 aprile del 1945 gli abitanti del borgo si fecero ritrarre tutti in posa vicino alla macchia di sangue che colò dal camion pieno di fascisti crivellati di colpi (immagine piccola in questa pagina). Nella foto in possesso di Lazzaro risulta riconoscibile anche l’uomo vestito di bianco: è il colonnello Valerian Lada Mocarski (1898-1971). A quel punto i due svizzeri hanno richiesto ai servizi segreti americani il suo fascicolo e si sono messi a indagare nel fondo (carte e fotografie) che la vedova Lada Mocarski ha donato all’Università di Yale. È spuntata di nuovo la famosa foto. Ma è più grande e sembra si possa scorgere nella parte bassa la macchia di sangue lasciata dal camion dei gerarchi. Quella macchia il giorno 29 non c’era più, venne cancellata da un temporale notturno. A questo punto risulterebbe chiaro che Mocarski era sul lago di Como proprio nel giorno in cui Mussolini veniva ucciso, per i dati ufficiali invece è entrato in Italia solo dopo. Esistono poi due discussi «rapporti Mocarski», in teoria redatti intervistando a posteriori i partigiani, sulla morte del Duce (di cui il professor Francesco Perfetti ha parlato diffusamente nelle nostre pagine nel 2011): ora, fosse giusta la teoria dei due storici svizzeri, andranno guardati con altri occhi (quanto nascondono, quanto svelano?).