Bernardino Budroni, condannato per rapina e detenzione di armi. Ma era già morto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Luglio 2013 - 12:10 OLTRE 6 MESI FA
Bernardino Budroni, condannato per rapina e detenzione di armi. Ma era già morto

Bernardino Budroni, condannato per rapina e detenzione di armi. Ma era già morto

ROMA – Bernardino Budroni è stato condannato a due anni e un mese di carcere per furto e detenzione illegale di armi. Ma Bernardino Budroni è già morto da anni: per l’esattezza è stato ucciso nel corso di un inseguimento nel luglio 2011 sul Grande Raccordo Anulare. Quando la sua Ford Focus era ormai circondata, un poliziotto ha fatto fuoco e per questo in autunno andrà a processo per omicidio colposo.

Intanto però ad essere processato è stato pure Budroni, con tanto di testimoni a favore e contro e arringhe finali, per via di uno scatto di rabbia avuto con la sua fidanzata nel 2010. L’indagato, in un accesso d’ira aveva strappato la borsa all’allora fidanzata che sporse denuncia. Quando la polizia andò a casa di Budroni per recuperare la borsetta vi trovò pure una scacciacani e una balestra. Per il pm quindi andava processato, non solo per rapina ma pure per detenzione di armi. La IX sezione monocratica del Tribunale di Roma assume il caso e il processo ha inizio e va avanti nonostante la sopravvenuta morte dell’imputato.

“Abbiamo saputo che Dino era stato processato e condannato da morto solo quando ci sono state notificate le motivazioni della sentenza”, ha spiegato la sorella, Claudia Budroni. “Altrimenti ci saremmo opposti con tutte le forze a questo accanimento. Anche perché la giustizia non ha ancora sciolto tutti i dubbi sulle circostanze in cui è morto”.

Budroni è morto all’alba del 30 luglio 2011 durante un inseguimento ad alta velocità sul Gra. Anche in quell’occasione aveva perso le staffe per una fidanzata che lo voleva lasciare: lui in preda alla collera prese a picconate il portone di casa della ragazza in via Tuscolana. Alle quattro del mattino è cominciato l’inseguimento a tutta velocità tra polizia e Budroni. Quando ormai l’auto del sospettato era circondata, Michele Paone, uno degli agenti delle volanti, fece fuoco contro la sua auto e lo uccise. Sui giornali scrissero di uno stalker pregiudicato morto nel corso di un inseguimento a fuoco. Ma all’epoca dei fatti Budroni era tecnicamente ancora incensurato. E’ stato condannato solo adesso, da morto.