Bicarbonato contro il tumore, autopsia: Luca Olivotto morto per cura Simoncini

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Settembre 2013 - 18:03 OLTRE 6 MESI FA

118-ambulanzaROMA – Bicarbonato di sodio per curare un tumore al cervello. E’ la “cura” cui è stato sottoposto Luca Ernesto Olivotto, un ragazzo catanese di 28 anni, che a giugno 2012 aveva scoperto di avere un tumore al cervello in fase avanzata. Tumore che i medici dichiararono non operabile, per questo la sua famiglia e lui si sono affidati alle speranze offerte da una terapia “miracolosa”. Quella proposta da Tullio Simoncini, ex medico, radiato dall’Ordine da 20 anni, che proposto la terapia a base di bicarbonato in una clinica a Tirana.

Nella capitale albanese Luca è arrivato a ottobre 2012, dove è morto. Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta. I consulenti della procura di Catania l’11 settembre fanno sapere che: “Le manifestazioni cliniche cui andò incontro il paziente Luca Ernesto Olivotto durante la degenza nella struttura “Universal Hospital Group” di Tirana sono riconducibili agli effetti della somministrazione di bicarbonato di sodio”. Lo scrivono i consulenti della Procura di Catania, delegata dal pm Attilio Pisani della Procura di Roma, titolare delle indagini sulla causa che ha determinato il decesso di Olivotto

Secondo Simoncini il cancro è un fungo da debellare con infusioni massicce di bicarbonato di sodio. Nelle conclusioni degli esami svolti i consulenti scrivono che il giovane è deceduto per “una gravissima alcalosi metabolica da somministrazione endoarteriosa di bicarbonato”. Non dal tumore, insomma, che forse avrebbe lasciato al giovane solo qualche settimana o mese in più. Il 16 ottobre 2012 Olivotto, cui nel giugno del 2012 era stato diagnosticato un tumore al cervello, era stato accompagnato a Tirana dai propri genitori, Olindo e Silvana Olivotto, persuasi dalla bontà della terapia. Secondo quanto sostengono i familiari del ragazzo, sarebbero stati spesi anche 20mila euro per accedere alle cure proposte da Simoncini.

ù”Contrariamente a quanto invece dichiarato dallo stesso Simoncini – secondo il quale il ragazzo era già gravissimo al momento del ricovero – non vi è alcuna relazione tra la morte ed il tumore, che non volgeva affatto alla fase terminale”, scrivono in una nota i genitori del ragazzo. “Luca è entrato con le sue gambe nella clinica di Tirana – dicono i genitori. La sera prima del trattamento rideva e scherzava con noi al ristorante. Lo abbiamo visto soffrire sempre di più, fiala dopo fiala, ma Simoncini ci rassicurava, dicendo che si trattava di una reazione normale e che il male stava regredendo grazie al bicarbonato” . Secondo l’avvocato Francesco Lauri che assiste la famiglia assieme all’avvocato Giovanna Zavota, la consulenza appena depositata “è un primo passo verso un processo che, ci auguriamo, inchioderà Simoncini e gli altri medici che lo hanno coadiuvato definitivamente alle sue responsabilità”.