Bimba affidata a coppia lesbica: giudice di Roma apre alle adozioni ai gay

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2014 - 14:59 OLTRE 6 MESI FA
Bimba affidata a due mamme: giudice di Roma apre alle adozioni ai gay

Bimba affidata a due mamme: giudice di Roma apre alle adozioni ai gay

ROMA – La prima adozione ad una coppia gay in Italia arriva a Roma. La bimba è la figlia biologica di una delle due donne della coppia e il tribunale di Roma ha riconosciuto l’adozione alla mamma convivente. Le due donne, che vivono insieme da circa 10 anni, hanno avuto la bambina 5 anni fa con un programma di procreazione assistita all’estero.

Repubblica scrive:

“La coppia, che vive a Roma dal 2003, ha avuto una bimba all’estero anni fa con procreazione assistita eterologa per realizzare un progetto di genitorialità condivisa. Il Tribunale ha accolto il ricorso presentato per ottenere l’adozione della figlia da parte della mamma non biologica, la “stepchild adoption”, già consentita in altri Paesi. Le due donne, sposate all’estero, si erano rivolte all’Associazione italiana avvocati famiglia e minori, per procedere con il ricorso per l’adozione”.

La decisione del Tribunale per i Minorenni di Roma che ha riconosciuto così l’adozione ha una stretta assonanza con quanto stabilito dalla Cassazione, che l’11 gennaio 2013 diede il via libera alla possibilità che i figli siano cresciuti da coppie gay, quando non è a rischio il corretto sviluppo del minore.

In quella circostanza, i giudici respinsero il ricorso di un immigrato musulmano: quest’ultimo aveva contestato la decisione con cui la Corte d’Appello di Brescia, nel 2011, aveva affidato in via esclusiva il figlio minore, che lui aveva avuto dalla sua ex compagna, alla donna, la quale nel frattempo aveva iniziato una relazione con una donna e con lei era andata a vivere.

Secondo l’uomo era dannoso che il minore fosse educato in un contesto omosessuale. Ma la Cassazione gli diede torto stabilendo che contestare tale decisione senza “certezze scientifiche o dati di esperienza”, ma solo avanzando

“il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale dà per scontato ciò che invece è da dimostrare, ossia la dannosità di quel contesto famigliare”.