Bimbo tolto ai genitori: dopo i “nonni”, l’utero in affitto

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 14 Novembre 2013 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA
Bimbo tolto ai genitori: dopo i "nonni", l'utero in affitto

La home page del Biotexcom center di Kiev

CREMA – Un bimbo tolto ai genitori. Dopo i “genitori-nonni di Alessandria è successo a quelli che si sono rivolti ad una clinica con uteri in affitto, in Ucraina. La coppia di Crema si è vista portare via quello che considerava ormai il proprio bambino, dopo un anno e mezzo di vita insieme.

I due aspiranti genitori erano andati a Kiev per cercare di avere un figlio. Avevano pagato 30mila euro al Biotexcom center per un utero in affitto. Tornati in Italia, dove la fecondazione eterologa è vietata, erano andati a registrare la nascita del figlio, ma l’addetto dell’anagrafe aveva notato che la “mamma” non era in realtà mai rimasta incinta. Aveva segnalato il caso alla Procura di Cremona. E le indagini, con il test del Dna, hanno anche scoperto che nemmeno l’uomo era davvero il padre del piccolo.  

La coppia di Crema, racconta sul Corriere della Sera da Claudio Del Frate, dovrà comparire a processo il 14 gennaio 2014. E’ la prassi, per le coppie italiane che non rispettano il divieto di fecondazione eterologa. Ma nel caso dei due cremaschi è stato tolto loro anche il bambino, ora affidato ad una struttura protetta.

Eppure sono i due genitori ad essere stati truffati: credevano che il piccolo fosse nato almeno con lo sperma dell’uomo. Invece nemmeno quello è loro. Il bambino era diventato ormai come un figlio naturale. Come per la coppia di Torino. E con questa decisione la legge italiana, la stessa che ha stabilito che i figli naturali hanno gli stessi diritti di quelli riconosciuti, pare ora dimostrare di ritenere una struttura protetta più “genitore” di una mamme e di un papà non naturali.