Aldrovandi, processo per i depistaggi: confermate in appello condanne a 2 agenti

Pubblicato il 9 Luglio 2012 - 15:49 OLTRE 6 MESI FA
Federico Aldrovandi

BOLOGNA – Confermate in appello le condanne ai due agenti imputati nel processo “Aldrovandi bis”, quello in cui un poliziotto doveva rispondere di favoreggiamento e omissione, l’altro di non aver inserito nel fascicolo del pm l’elenco delle telefonate fatte al 113. La corte di appello di Bologna ha confermato le condanne compiendo un altro passo verso la verità sulla morte del diciottenne Federico Aldrovandi, durante un intervento di polizia il 25 settembre 2005 a Ferrara. E’ il commento di Patrizia Moretti, la madre di Federico, che da anni si difende instancabilmente sulle cronache dei giornali e nelle aule di tribunale.  ”Per Bulgarelli – ha aggiunto – è stato confermato il reato, lo stesso per cui invece un altro poliziotto, e solo per un cavillo, era stato assolto (il riferimento a Casoni, ndr). Sta venendo fuori che nella questura di Ferrara in quei mesi del 2005 e poi nel 2006 si misero in atto azioni che hanno impedito di far luce appieno sui fatti, non si e’ trattato di semplici omissioni ma di azioni decise per insabbiare tutto. Ora chiedo, anche se e’ pia illusione, e credo sia giunto il momento che chi sa dica tutto, perche’ molti sanno realmente piu’ di ciò che è stato detto. Qualcosa non ha funzionato nella questura di Ferrara in quell’epoca, mi piacerebbe che si facessero ulteriori approfondimenti”.

Per la morte di Federico Aldrovandi con il pronunciamento della Cassazione lo scorso 21 giugno è passata in giudicato la condanna di quattro poliziotti della Questura di Ferrara a tre anni e sei mesi. Lunedì la corte d’appello di Bologna, presidente Massari, ha valutato le richieste del sostituto procuratore generale Longo che aveva chiesto la conferma della condanna di primo grado per Bulgarelli (10 mesi, confermati oggi), mentre per Pirani aveva chiesto la derubricazione da omissione di atti d’ufficio a omessa denuncia, con una riduzione della pena a 3 mesi rispetto agli 8 inflitti in primo grado, poi confermati oggi dai giudici d’appello. Le difese, rappresentate dagli avvocati Gian Luigi Pieraccini (per Pirani ) e Dario Bolognesi (per Bulgarelli ) avevano chiesto l’assoluzione per i loro assistiti e annunciano ricorso, dopo la lettura delle motivazioni tra 90 giorni.

Bulgarelli doveva rispondere di favoreggiamento e omissione, poiché secondo l’accusa, come addetto alla centrale 113 quella mattina, interruppe su richiesta del collega Luca Casoni (processato e assolto in primo grado per lo stesso fatto/reato) la registrazione di una telefonata in cui Casoni avrebbe spiegato cosa era successo quella mattina, e dunque disse il famoso ‘stacca’, per cui la telefonata in corso poteva risultare compromettente per i quattro agenti poi condannati per la morte di Federico. A Pirani era contestato il fatto di non aver inserito nel fascicolo del pm il registro delle telefonate arrivate al 113. Al processo che si e celebrato a Bologna non era presente nessuno dei famigliari di Federico, poiche’ non piu parte civile attiva nel processo..