Brescia, campi annaffiati con latte al posto dell’acqua. La protesta degli allevatori

Pubblicato il 18 Settembre 2009 - 19:38 OLTRE 6 MESI FA

Invece che con l’acqua, i campi del bresciano sono stati annaffiati con 200mila litri di latte spruzzati direttamente dalle autobotti. Questa curiosa iniziativa, che fa discutere per l’enorme spreco di latte fa parte di un’iniziativa degli agricoltori che aderiscono a Copagri, la “Confederazione Produttori Agricoli”: lo avevano annunciato nei giorni scorsi, e l’hanno attuato venerdì 18 settembre.

Con le autobotti solitamente utilizzate per spargere il concime hanno gettato nei campi circa 200 mila litri di latte. Da giovedì gli allevatori hanno ridotto le consegne del latte all’industria del 50%; da lunedì non verrà più consegnato mentre per martedì i produttori annunciano che bloccheranno le frontiere del Nord.

La protesta, secondo quanto ha spiegato Roberto Cavaliere della Copagri è stata attuata perché «in questo momento produrre il latte costa 40 centesimi al litro e ci viene pagato invece 28 centesimi al litro». Cavaliere ha anche spiegato che nei prossimi giorni verranno attuate iniziative di distribuzione gratuita del latte. La Copagri si appella alle istituzioni ed alla politica, affinché si arrivi a risolvere la crisi che i produttori di latte vivono da tempo: tutto il settore infatti sta un saldo negativo senza precedenti, con un crollo dei prezzi del 40% in soli sei mesi che impedisce di fatto perfino la copertura dei costi minimi aziendali.

«Il rischio è pesantissimo per migliaia di aziende» spiega Franco Verrascina, presidente della Copagri. «A rischio ci sono molti posti di lavoro in molte aree del Paese dove la produzione di latte e formaggi costituisce una parte fondamentale dell’economia territoriale e in alcuni casi l’unica attività economica possibile. La situazione è ineludibile così come urgenti adeguate determinazioni, noi stiamo operando per sensibilizzare l’ opinione pubblica e le istituzioni su un problema che non è solo degli allevatori e degli agricoltori, ma riguarda l’intera collettività. La gente ci sta seguendo manifestandoci ampiamente la propria solidarietà: riscontriamo grande maturità nella consapevolezza e nelle opinioni delle persone. È chiaro a molti che l’agricoltura italiana è un patrimonio di garanzie che non può essere abbandonato».