Caivano (Napoli): Paola Savanelli morta, garza in pancia dopo parto

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Agosto 2016 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Una garza nell'addome lasciata durante il parto cesareo: è morta una giovane donna di Caivano, Napoli, dopo mesi di dolori e di interventi

Una garza nell’addome lasciata durante il parto cesareo: è morta una giovane donna di Caivano, Napoli, dopo mesi di dolori e di interventi

NAPOLI – Una garza nell’addome lasciata durante il parto cesareo: è morta una giovane donna di Caivano, Napoli, dopo mesi di dolori e di interventi. Ne parla il Mattino:

Una trentenne di Caivano, Paola Savanelli, è morta il 31 luglio al Loreto Mare e i magistrati hanno disposto il sequestro della salma e delle cartelle cliniche. I risultati dell’autopsia si conosceranno nei prossimi giorni. La giovane donna l’8 febbraio con un quarto parto cesareo aveva dato alla luce un bambino al Loreto Mare. Nei giorni successivi aveva avvertito forti dolori all’addome. Poi, nelle settimane seguenti era stata costretta più volte a tornare in ospedale fino alla scoperta di una garza dimenticata nell’addome e un delicato intervento chirurgico per la rimozione. Poi, nuovi ricoveri e brevi ritorni a casa dai figli. Cinque mesi di calvario, fino a venerdì scorso con la tragica fine. La famiglia ha presentato denuncia.

“Informatizzazione delle cartelle cliniche e chiusura dei punti nascita sotto i mille parti annui sono tra i primi passi da fare per migliorare la sicurezza di mamme e neonati”. A dirlo sono le società scientifiche di ginecologi e ostetrici (Sigo e Aogoi), ascoltate in Commissione Affari Sociali della Camera in merito ai disegni di legge sul parto fisiologico. Pur se il tasso di mortalità neonatale in Italia è tra i più bassi al mondo, il taglio cesareo continua ad essere troppo diffuso, soprattutto al Sud.

Di qui la necessità di promuovere il parto naturale. Questo l’obiettivo di ben otto proposte di legge presentate a Montecitorio (Binetti, Binetti-Cesa, Fucci, Colonnese, D’Incecco, Zaccagnini, Carnevali e Nicchi), alcune delle quali non hanno mancato di suscitare preoccupazione e malumori negli esperti. “Alcune – spiega Vito Trojano, presidente Aogoi – sono prive di fondamento scientifico. Non abbiamo necessità di leggi che insegnino il nostro lavoro e ci condannino prima ancora di un’inchiesta giudiziaria”. Sì invece, prosegue, “ad investimenti su risorse strutturali e di personale e a una legge che preveda chiusura dei punti nascita sotto i mille parti annui, valutazione delle competenze dei professionisti, maggiori informazioni per le gestanti e utilizzo della cartella computerizzata”. Un punto, quest’ultimo sottolineato anche dalla Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni (SIMLA). “Ancora vediamo troppe cartelle cliniche redatte a mano con calligrafia illeggibile e in modo approssimativo”, denuncia il presidente Paolo Arbarello, “serve il massimo dell’informatizzazione nella documentazione clinica della gravidanza e del parto per garantire sicurezza”.