Call center aggressivi, aiuto! Ue pensa al prefisso unico. In Italia legge nel cassetto…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Gennaio 2017 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Call center aggressivi, aiuto! Ue pensa al prefisso unico. In Italia legge nel cassetto...

Call center aggressivi, aiuto! Ue pensa al prefisso unico. In Italia legge nel cassetto…

ROMA – Call center aggressivi, aiuto! Ue pensa al prefisso unico. In Italia legge nel cassetto… Come ci difendono le istituzioni dall’aggressione capillare e pervasiva del telemarketing? C’è un rimedio alla piaga delle chiamate dei call center? Numeri ed esperienza ci dicono che finora siamo inermi: su 115 milioni di linee telefoniche solo l’1% gode di una tutela, di uno scudo dall’invadenza: cioè solo un milione e mezzo di utenze sono iscritte al Registro delle Opposizioni, l’unica arma, e piuttosto spuntata, di contrasto, perché garantisce la totale inviolabilità del numero telefonico dalle chiamate commerciali indesiderate.

Funziona poco perché troppo limitata (non è applicabile ai cellulari), perché poco rispettata dagli stessi call center. Proposte di legge Ue e altrettante in casa nostra giacciono nei cassetti: a parole sono tutti d’accordo nel rendere più stringenti i vincoli, in pratica nessuno ha il coraggio di mettere in crisi un settore che solo in Italia impiega 40mila addetti.

La Ue pensa al prefisso unico. Molto spesso riceviamo chiamate da teleoperatori chiaramente stranieri da Milano e da Roma, sovente il numero che ci appare rinvia a qualche capitale esotica.

L’Europa delle istituzioni spesso bizantine stavolta ha partorito un’idea semplice semplice. Un solo prefisso speciale, e solo quello, può essere utilizzato dai teleoperatori. È una proposta che sta nella bozza di regolamento sulla riservatezza che la Commissione europea ha presentato nelle settimane scorse. Attenta ai conti degli Stati, la Commissione ipotizza che si possa anche pagare una tassa per ottenere queste numerazioni. (Marco Menduni, La Stampa)

Le proposte italiane. Un disegno di legge (a firma Cinzia Bonfrisco) giace nei cassetti del Senato, insieme a uno del governo Renzi sopravanzato dagli eventi. Prevede l’estensione del Registro delle Opposizioni, ovviamente, ma anche una modifica ai regolamenti attuali che sarebbe decisiva: far tabula rasa di eventuali nostre concessioni, nostre nel senso di consumatori, inavvertitamente offerte durante un acquisto, un momento di distrazione, “magari ritirando la card gratuita di un grande magazzino, firmando un contratto d’acquisto o un finanziamento, magari dando l’ok per l’uso gratuito del wi-fi di un albergo” (La Stampa). Un reset totale: poi però zero a zero e occhio a cosa si firma.