Cannabis terapeutica, Coldiretti: quella italiana è super

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Luglio 2015 - 18:48 OLTRE 6 MESI FA
Cannabis terapeutica, Coldiretti: quella italiana è super

Cannabis terapeutica, Coldiretti: quella italiana è super

FIRENZE – La ricerca sulla cannabis terapeutica coltivata all’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze apre grandi opportunità sia in termini scientifici sia in termini economici: a sostenerlo è Coldiretti sottolineando che nel raccolto-test di 80 piante si è riusciti ad ottenere 130 grammi di principio attivo contro i 30 delle normali coltivazioni.

La coltivazione di quella che potrebbe dunque essere una super-cannabis a scopo terapeutico “può generare da subito un business di 1,4 miliardi e garantire almeno 10mila posti di lavoro dai campi al flacone”. Il raccolto-test, secondo quanto appreso, c’è stato a giugno mentre il raccolto vero e proprio della cannabis dovrebbe avvenire a settembre.

La coltivazione fiorentina è il risultato della firma del protocollo lo scorso anno per l’avvio della produzione di cannabis terapeutica che risponde ai bisogni di pazienti con patologie gravi come Sla, la sindrome di Tourette, l’Alzheimer, il Parkinson e diversi tipi di sclerosi come la sclerosi multipla, contro le quali farmaci con il principio attivo della cannabis si sono dimostrati utili.

“La cannabis ottenuta – continua la Coldiretti – una volta ricevute le autorizzazioni, potrà essere consumata come decotto in barattoli da 5 mg, da sciogliere in acqua e assumere come fosse un thè ma non si esclude che vengano preparati farmaci con principio attivo della cannabis”.

Secondo lo studio della Coldiretti solo utilizzando gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortofloricoltura, “la campagna italiana può mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta”: il calcolo per difetto tiene conto della disponibilità di circa 1000 ettari di terreno, della produzione di sostanza secca di infiorescenze e foglie sommitali, del numero di cicli di coltivazione possibili all’anno e della resa in principio attivo che, secondo il Ministero della Sanità, viene attualmente importato con un costo di circa 15 euro al grammo.