Caporalato uccide in Puglia, Governo: Agire come con mafia

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Agosto 2015 - 18:52 OLTRE 6 MESI FA
Caporalato uccide in Puglia, Martina: Agire come con la mafia

Foto d’archivio

ROMA – In Puglia il caporalato uccide, tre vittime e un quarto in coma in pochi giorni. Tutte storie simili, di persone che per 2 o 3 euro l’ora vanno a cogliere l’uva, le olive o altri ortaggi e poi hanno malori dovuti al caldo, alla fatica e ai prodotti utilizzati per la coltura. Persone che si fanno trovare magari in un punto stabilito la mattina presto e che poi vengono scelte e portate nei campi da un “caporale”.

E così il Governo prova ad intervenire. “Il caporalato in agricoltura è un fenomeno da combattere come la mafia e per batterlo occorre la massima mobilitazione di tutti: istituzioni, imprese, associazioni e organizzazioni sindacali. Chi conosce situazioni irregolari deve denunciarle senza esitazione”, ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina dopo appunto i drammatici casi di morti nelle campagne (tra cui quello di Paola Clemente) dei giorni scorsi e sul nuovo allarme caporalato.

“In queste settimane – ha aggiunto Martina – abbiamo lavorato con il ministero del Lavoro sia per intensificare i controlli che per consolidare nuove pratiche utili al contrasto permanente del fenomeno”. Il ministro nella nota ricorda anche che dal primo settembre prende il via la Rete del lavoro agricolo di qualità, “che abbiamo fortemente voluto dal ministero delle Politiche agricole, e che è diventata finalmente realtà in questi mesi”.

Nel frattempo nella querela presentata dal marito della bracciante Paola Clemente, Ciro Grassi è indicato come colui che organizzava le squadre di lavoratori e li portava nei campi. Ora Grassi è indagato dalla procura di Trani per i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso.

Grassi è stato anche colui che ha avvisato Stefano Arcuri, marito di Paola, che la moglie era stata colta da malore il 13 luglio, giorno della morte della bracciante. L’iscrizione del nome di Grassi nel registro gli indagati – precisano fonti inquirenti – è un atto dovuto in vista dell’autopsia che sarà compiuta il 21 agosto, dopo la riesumazione del corpo dell’operaia.

Paola, 49 anni e madre di tre figli, è morta dopo un malore il 13 luglio scorso. Lavorava nei campi tra Andria e Canosa di Puglia per 27 euro al giorno in cambio di 7 ore di lavoro nei campi e di 5 ore di viaggio. Un lavoro sfiancante sotto il cole cocente dell’estate: forse questo ha portato al malore e poi alla morte della donna. Ma sarà l’autopsia, ora disposta dalla procura, a fare luce sulle cause della morte.