Carceri paradosso: Roma pochi agenti. Savona 40 e 4 detenuti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Febbraio 2016 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA
Carceri paradosso: Roma pochi agenti. Savona 40 e 4 detenuti

Carceri paradosso: Roma pochi agenti. Savona 40 e 4 detenuti

SAVONA – Carceri paradosso: Roma pochi agenti. Savona 40 e 4 detenuti. Polemica con paradosso sulla sicurezza nelle carceri italiane dopo la doppia evasione a Rebibbia a Roma, un caso che allunga una lista di 17 fughe tra il 2013 e il 2015. Ad alzare il tiro i sindacati di polizia penitenziaria, che denunciano una pesante situazione di sottorganico. Proprio nel carcere romano, con i suoi 1.400 detenuti, gli agenti dovrebbero essere 992, ma tra carenze e distacchi negli uffici sono 750, fa sapere Fp-Cgil: 240 in meno. E il paradosso sta proprio qui, perchè mentre a Roma mancano gli agenti, a Savona mancano i…detenuti. Appena 4 per 40 agenti.

Il caso del carcere San’Agostino di Savona viene riportato da Claudio Vimercati per Il Secolo XIX:

Quaranta agenti penitenziari per quattro detenuti. Ma attenzione, si tratta dei semi liberi, quelli cioè che in carcere vanno solo a dormirci oppure i cosiddetti articoli 21 che in cella ci stanno quando hanno finito il turno di lavoro all’esterno. Il che significa che per due turni di servizio su tre, gli agenti vigilano su un Sant’Agostino praticamente vuoto. E che un po’ fa effetto se il pensiero va al sovraffollamento di qualche anno fa, quando nelle celle ci stavano anche in dieci ed era l’inferno. Ora regna il silenzio. Quasi irreale.

A un mese dalla chiusura del carcere, questa è la situazione a Savona. C’erano cinquanta detenuti: trenta sono stati trasferiti a Marassi, venti a Sanremo. E per i quattro rimasti , i semi liberi, c’è già la nuova destinazione: Genova. E così a ogni turno, gli agenti entrano in servizio, timbrano il cartellino e aspettano di sapere che cosa c’è da fare. Attendono indicazioni. È soprattutto il futuro a preoccupare. Dove finiranno i quaranta agenti penitenziari? Il Sappe ha fatto nei giorni scorsi un sondaggio fra il personale. C’è chi, siciliano di origini, spera di avvicinarsi a casa. Chi vorrebbe una collocazione nella scuola penitenziaria di Cairo; chi ancora accetterebbe un servizio in Procura come agente distaccato oppure svolgere servizi sul territorio, ad esempio andando a controllare i detenuti agli arresti domiciliari, un compito svolto da carabinieri e polizia che verrebbero così sgravati da questo genere di impegno a vantaggio di altri servizi. Chi propone che venga istituito un nucleo di agenti a palazzo di giustizia, per occuparsi dei detenuti che aspettano di essere interrogati o processati.