Avremo la carne clonata nel piatto senza saperlo? Dopo il mancato stop Ue il rischio c’è

Pubblicato il 1 Aprile 2011 - 09:41 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Potremmo avere carne clonata nel piatto senza saperlo. Fallito il negoziato tra il Consiglio dei ministri dell’Ue ed il Parlamento europeo, chiamati a decidere se agevolare o meno l’arrivo della ‘Pecora Dolly’, e in generale dei cibi provenienti da animali clonati, sulla tavola degli europei di fatto decade il criterio di scelta dei consumatori.

Mancando così una chiara legislazione in materia il rischio è tutto per i consumatori perché potrebbero vedersi arrivare tra i banchi del supermercato il latte carni, latte e formaggi da animali modificati geneticamente. Per scongiurare questo pericolo la Coldiretti chiede ”l’immediato avvio di un piano di controlli alle frontiere”, tanto più necessario dopo il fallimento del negoziato tra Consiglio dei ministri Ue e Parlamento europeo per lo stop agli animali clonati.

”Senza l’accordo – aggiunge Coldiretti – gli operatori commerciali sono liberi di importare latte, formaggi o carne derivati dalla progenie e discendenza degli animali clonati senza peraltro alcuna etichettatura. Sotto osservazione in Europa e in Italia sono soprattutto le importazioni di carne proveniente da Brasile, Argentina e Usa dove la pratica della clonazione si è rapidamente diffusa”.

L’Italia, secondo una analisi della Coldiretti su dati Istat, ha importato nel 2010 carne fresca, congelata o refrigerata per 18 milioni di chili dal Brasile, per 9,3 milioni di chili dall’Argentina e per 1,3 milioni di chili dagli Usa. Quasi marginali – continua Coldiretti – sono invece le importazioni di prodotti lattiero caseari da questi Paesi che assommano complessivamente a 350mila chili. Il consiglio per i consumatori è quindi – precisa Coldiretti – di verificare l’etichetta di origine che è oggi obbligatoria per la carne bovina e per quella di pollo e di preferire la produzione nazionale.