Cassazione: anche un bacio sul collo è violenza sessuale

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2016 - 05:30 OLTRE 6 MESI FA
Cassazione: anche un bacio sul collo è violenza sessuale

Cassazione: anche un bacio sul collo è violenza sessuale

ROMA – Anche un bacio sul collo è violenza sessuale. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, confermando la condanna a carico del cliente di un bar a 14 mesi di carcere per aver preso di mira una delle dipendenti abbracciandola e baciandola nonostante lei non volesse.

Il motivo della sentenza è non solo nel fatto che la donna aveva opposto rifiuto a quei baci, ma anche che l’uomo aveva precisamente mirato a collo e orecchio, zone “notoriamente erogene”.

Spiega Marina Crisafi sul sito Studio Cataldi: 

A nulla valgono le obiezioni della difesa, la quale assumeva che i comportamenti dell’imputato fossero da valutare come meri atteggiamenti confidenziali seppur eccessivi, atteso che la vittima era uscita con lui addirittura per una settimana. Inoltre, se avesse voluto compiere un atto di natura sessuale, l’uomo “avrebbe mirato piuttosto a sfiorare le labbra della donna”. Sarebbe altresì mancata la prova dell’elemento soggettivo del reato, giacché l’abbraccio ed i baci non avrebbero avuto come movente l’eccitazione sessuale. Senza contare che l’imputato e il suo gruppo di amici erano “soliti scherzare, anche troppo pesantemente, con le ragazze del bar”, tra cui la vittima.

Gli Ermellini infatti, avallando la decisione dei giudici di merito che hanno “compiuto un’adeguata valutazione del contesto”, inquadrano la condotta dell’uomo come violenza sessuale. Com’è noto, in tema di reati sessuali, spiegano, “la condotta vietata dall’art. 609-bis cod. pen. comprende, oltre ad ogni forma di congiunzione carnale, qualsiasi atto idoneo, secondo canoni scientifici e culturali, a soddisfare il piacere sessuale o a suscitarne lo stimolo, a prescindere dalle intenzioni dell’agente, purché questi sia consapevole della natura oggettivamente ‘sessuale’ dell’atto posto in essere con la propria condotta cosciente e volontaria”. E ciò i giudici di merito hanno accertato “oltre ogni ragionevole dubbio, con una motivazione logica che, come tale, si sottrae a qualunque sindacato” di legittimità.