Cassazione: “I gay hanno diritto alla vita familiare come coniugi”

Pubblicato il 15 Marzo 2012 - 15:57| Aggiornato il 16 Marzo 2012 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le coppie omosessuali, se con l’attuale legislazione ”non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio ne’ il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero”, tuttavia hanno il ”diritto alla ‘vita familiare”’ e a ”vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilita’, in presenza di ”specifiche situazioni”, di un ”trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Lo afferma la Cassazione, in una sentenza depositata oggi.

E’ la prima volta, lo scrive la stessa Corte nella sentenza n.4184, che la Cassazione si trova ad affrontare il caso di una coppia gay che chiede il riconoscimento del proprio matrimonio contratto all’estero: i due uomini si erano sposati nel 2002 a L’Aja ed avevano poi chiesto la trascrizione del certificato di nozze, come atto pubblico, al comune di Latina dove sono residenti.

Al rifiuto del Comune di riconoscere questo certificato e quindi il matrimonio, la coppia ha fatto ricorso sia in Tribunale che alla Corte d’Appello di Roma, ricorsi entrambi respinti. Di qui l’ulteriore istanza in Cassazione, dove la Prima Sezione Civile motiva la sua decisione – che e’ comunque di rigetto del ricorso – in circa 80 pagine.

La Suprema Corte spiega che, se e’ vero che in Italia ancora non esiste una legislazione che preveda il matrimonio tra gay (citando a questo riguardo anche la recente sentenza della Corte Costituzionale che appunto aveva detto no ai matrimoni omosessuali), il quadro europeo dei diritti dei gay ed il contesto sociale e’ fortemente cambiato.

Infatti, essendo stata superata grazie alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo ”la concezione secondo cui la diversita’ di sesso dei nubendi e’ presupposto indispensabile, per cosi’ dire naturalistico della stessa esistenza del matrimonio”, la Cassazione sottolinea che ”l’intrascrivibilita’ delle unioni omossessuali dipende non piu’ dalla loro ‘inesistenza’ e neppure dalla loro invalidita’ ma dalla loro inidoneita’ a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano”.

Le coppie gay, come i coniugi, hanno pero’ il diritto ad una ”vita familiare” e ad esigere e a far valere per questo il diritto ad un ”trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.