Cassazione: “Vaffa” al capo si può, “ti spacco la faccia” non si può

Pubblicato il 29 Gennaio 2013 - 00:04| Aggiornato il 10 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un “vaffa” al capo si può. Minacciarlo con un “ti spacco la faccia” invece non si può. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con una sentenza (la numero 4245) che ha “assolto” a metà un lavoratore vittima di mobbing.

Secondo i giudici, infatti, la reazione con insulti davanti a un capo arrogante che mette in atto comportamenti vessatori è lecita, purché non si passi il segno. E il segno è quello della minaccia. Nello specifico della sentenza, quindi, la Cassazione ritiene lecito rispondere con insulti al superiore (che insulta per primo). Quello che è illecito, da qui la conferma della condanna per minacce, è ricorrere all’espressione “ti spacco la faccia”.

Spiega il Sole 24 Ore: che l’espressione è stata ritenuta

 “di una certa gravità perché “astrattamente tale da incutere timore”. Non importa se, come affermava il ricorrente, era stata pronunciata non per “coaratare la libertà psichica” del capo ma per prevenire una sua azione illecita”.