Castelfranco Veneto, paziente contrasse epatite C con una trasfusione. Ministero condannato

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2017 - 14:02 OLTRE 6 MESI FA
Castelfranco Veneto, paziente contrasse epatite C con una trasfusione. Ministero condannato

Castelfranco Veneto, paziente contrasse epatite C con una trasfusione. Ministero condannato

CASTELFRANCO VENETO (TREVISO) – Ha contratto l’epatite C per una trasfusione in un ospedale di Castelfranco Veneto (Treviso): ministero condannato al risarcimento.

I fatti, scrive la Tribuna di Treviso, risalgono al luglio 2004, ma solo adesso è arrivata la sentenza di secondo grado che, dopo il ricorso del ministero, ha confermato la sentenza di condanna pronunciata nell’ottobre del 2015.

Ad ingaggiare la battaglia legale per vedersi riconosciuto almeno un risarcimento per il danno subito è un uomo di Treviso di 57 anni. Nell’estate del 2004 era andato a fare una trasfusione all’ospedale di Castelfranco per curarsi dal morbo di Weholf, una malattia autoimmune che provoca una grave carenza di piastrine. Ma con una trasfusione contrasse l’epatite C.

Nell’autunno del 2015 il giudice del Lavoro del tribunale di Treviso aveva condannato il ministero della Salute a risarcire il paziente trevigiano e a pagare le spese processuali, ma il ministero aveva impugnato la sentenza, che però è stata confermata anche in Corte d’Appello.

Solo che di quei 70mila euro di risarcimento, sottolinea il quotidiano veneto, l’uomo non ha mai visto un centesimo.

Un paradosso se si pensa alla via crucis a cui è stato sottoposto il paziente, dal momento in cui ha scoperto di aver contratto l’epatite C in una struttura pubblica. Una via crucis iniziata con un rimpallo di responsabilità tra (all’epoca) l’Usl 8 e il ministero della Salute su chi dovesse eventualmente risarcire il paziente ed i vari pareri delle Commissioni mediche che alla fine hanno accertato che l’uomo aveva effettivamente contratto l’epatite C durante una trasfusione all’ospedale di Castelfranco. Ora anche i giudici veneziani della Corte d’Appello, sezione Lavoro, hanno dato ragione al paziente trevigiano confermando la sentenza impugnata e condannando l’ente a rimborsare le sue spese processuali.