Catania: padrona di casa lo sfratta, lui le dà fuoco

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2016 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA
Catania: padrona di casa lo sfratta, lui le dà fuoco

Catania: padrona di casa lo sfratta, lui le dà fuoco

CATANIA – Ha provato per mesi a sfrattare quell’uomo che da oltre un anno non pagava l’affitto. Fino a quando questo un giorno non ha suonato alla porta della padrona di casa con una tanica di benzina. E davanti all’ennesimo no le ha dato fuoco con un accendino. E’ successo vicino Catania: la donna è sopravvissuta per miracolo e ora sfoga la sua amarezza a La Stampa:

«Lui uscirà dal carcere prima ancora che io riesca ad uscire da questo ospedale, e me lo ritroverò nella stessa casa da cui ho tentato inutilmente di sfrattare». Piera d’Aniello, 66 anni, è un’insegnante di storia e filosofia in pensione. Parla dalla sala sterile del reparto grandi ustionati dell’ospedale Cannizzaro di Catania dove è ricoverata in prognosi riservata dallo scorso 12 aprile. Ha ustioni di secondo e terzo grado sul 20 per cento del corpo. Gliele ha provocate l’inquilino del suo appartamento che si trova nella stessa palazzina di Adrano, paese a ovest di Catania, che le ha versato addosso un barattolo di benzina pensando così di opporsi allo sfratto per morosità. Massimiliano Di Bella, 44 anni, è in carcere a Catania con le accuse di tentato omicidio, danneggiamento e incendio doloso. La sua famiglia, moglie e tre figli, è invece ancora nell’appartamento che avrebbero dovuto lasciare quella mattina: l’ufficiale giudiziario, che si è presentato in casa loro poche ore dopo l’aggressione, ha preferito concedere l’ennesima proroga, stavolta di un mese e mezzo.

Di Bella, fabbro ma spesso disoccupato, è ora chiuso nel carcere catanese di piazza Lanza, in attesa del processo. È incensurato e potrebbe dunque presto lasciare la cella. «Lo temo e ho paura – ripete la professoressa D’Aniello – per come vanno le cose in Italia, quando mi faranno uscire da questo ospedale, tra almeno un mese, rischio di ritrovarmelo al piano di sotto, ancora in casa, mentre la mia è mezza distrutta dallo stesso fuoco che stava per uccidermi».