Caterina Abbattista e quei messaggi su Whatsapp che…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Febbraio 2016 - 12:06 OLTRE 6 MESI FA
Caterina Abbattista e quei messaggi su Whatsapp che...

Caterina Abbattista e quei messaggi su Whatsapp che… (nella foto Ansa, Gloria Rosboch e Gabriele Defilippi)

IVREA – Caterina Abbattista, la madre di Gabriele Defilippi, resta in carcere per l’omicidio di Gloria Rosboch. Il gip ha respinto la richiesta di scarcerazione della donna presentata dall’avvocato Pierfranco Bertolino.

Il 13 gennaio, giorno della scomparsa di Gloria Rosboch, Caterina Abbattista ha fatto e ricevuto chiamate da un telefono intestato a Roberto Obert. Della circostanza la donna non ha mai riferito nulla ai carabinieri. E’ quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare spiccata dal gip Marianna Tiseo nei confronti della Abbatista, di Obert e di Gabriele Defilippi. I tre sono accusati dell’omicidio, volontario e premeditato, dell’insegnante.

Secondo il gip Tiseo, la ricostruzione fatta da Abbattista “risulta del tutto inveritiera”. Davanti ai magistrati la donna ha sempre sostenuto di non essersi mai allontanata dall’ospedale di Ivrea, dove lavorava come infermiera e aveva timbrato il badge alle 14.47 (orario di ingresso) e alle 22.55 (orario di uscita). Tuttavia, in quelle ore la donna – secondo l’accusa – si è recata a Montalenghe: le celle telefoniche hanno infatti agganciato il sul cellulare, dal quale avrebbe fatto una telefonata alle 19.19.

Ottavia Giustetti scrive su Repubblica che a mettere nei guai la donna sarebbe una conversazione Whatsapp:

sei rapide battute datate 13 gennaio ore 21 e 22, che mettono una pietra tombale anche sulla posizione di Caterina Abbattista, la madre di Gabriele per la quale il giudice Marianna Tiseo conferma la custodia cautelare in carcere. Gloria Rosboch è uscita di casa alle 14.45 di quel giorno e i parenti e gli amici si chiedono dove possa essere finita. Alle 21.22 una conoscente comune manda un messaggio a Caterina e le chiede: «Ciao Cate scusa solo un’informazione non si trova Gloria da oggi pomeriggio tu sai se può essere con Gabriele? ». E Caterina risponde: «No lui è via». Il giudice nell’ordinanza con cui conferma i tre arresti sottolinea in grassetto soltanto questa sua risposta: «No lui è via». Da qui si può partire per ricostruire attraverso le indagini e gli interrogatori il lungo elenco di bugie con le quali la madre di Gabriele ha chiuso quasi definitivamente la partita del suo coinvolgimento nell’omicidio della professoressa di Castellamonte.

È sempre la madre che copre Gabriele nei mesi successivi all’ottobre 2014, dopo che Gloria gli ha consegnato il denaro e lui non si è fatto più vedere. Cerca di calmarla e le spiega che Gabriele è stato assunto a Milano e non torna quasi mai a casa. «Quanto alla questione lavorativa di Defilippi – scrive però il gip – Defilippi è risultato privo di reddito, non avendo mai lavorato né come dipendente, né come libero professionista. Ciò sta a significare che, quando Abbattista ha detto a Gloria che il figlio non era a Castellamonte perché era stato assunto da una socielà finanziaria a Milano, che aveva mentito». È il 16 febbraio quando Caterina Abbattista fornisce il falso alibi al figlio per il giorno della scomparsa. «Quel giorno Gabriele era a casa con il mio figlio più piccolo – dice – come ogni giorno». E aggiunge: «Non ho accompagnato Gabriele da nessuna parte, lui non aveva l’auto perché aveva fatto un piccolo incidente». Gli investigatori sanno già che tra le 11.14 e le 12.14 l’auto della donna è a Rivarolo dove, scopriremo più tardi, accompagna Gabriele dal complice Roberto Obert. È proprio Obert nell’interrogatorio della confessione a dire di lei: «Ritengo che la mamma sapesse cosa era successo, non ne abbiamo mai parlato apertamente, ma la mia impressione è che sapesse».