Cefalonia. Due “colpevoli” trovati 67 anni dopo

Pubblicato il 11 Gennaio 2010 - 16:15 OLTRE 6 MESI FA

Dopo 67 anni due nuovi indagati per la strage di Cefalonia, la più sanguinosa “mattanza” di militari italiani compiuta dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Sono due ex soldati della Wehrmacht,  Gregor Steffens e Peter Werner, entrambi di 86 anni, sospettati di aver ucciso un numero imprecisato di uomini della Divisione Acqui. A far scattare la caccia ai due nazisti, una relazione sulla notte della strage del 1943, dove il cappellano militare don Luigi Ghilardini faceva proprio i loro nomi.

Nel documento, proveniente dall’Ufficio storico dell’Esercito, si parla dei «soldati Steffens Gregor e Werner Peter, che precedentemente erano stati nostri prigionieri», i quali «si vantavano di aver ucciso tramite fucilazione – lungo la strada tra Lakhitra e Faraò – 170 soldati disarmati che si erano arresi». I Carbinieri, grazie anche alla collaborazione della polizia criminale tedesca, sono riusciti a individuare i due ex militari della Wehrmacht, scoprendo che sono entrambi vivi e qual è il loro attuale domicilio in Germania.

Steffens e Werner non sono due nomi sconosciuti alle indagini sull’eccidio di Cefalonia. I due avevano dato «sommarie informazioni » nel 1965 e nel 1966 alla procura di Dortmund, che sui crimini compiuti dalla Wehrmacht a Cefalonia aveva aperto un’inchiesta, conclusasi con l’archiviazione. Entrambi avevano negato ogni responsabilità. Sempre dalle indagini è emerso che dei due presunti assassini si era probabilmente occupata molti anni fa anche la magistratura militare italiana, che nel 1957 e nel 1960 emise due sentenze istruttorie nei confronti di 30 militari tedeschi accusati di «violenza con omicidio continuato commessa da militari nemici in danno di militari italiani prigionieri di guerra» in relazione all’uccisione, «tra il 15 e il 28 settembre 1943, in Cefalonia e Corfù», di «450 ufficiali e 5.500 uomini di truppa italiani».

Per tutti gli imputati la vicenda processuale si concluse con un nulla di fatto, tra archiviazioni e proscioglimenti, e in particolare per 17 di loro la sentenza del ’57 stabili’ di «non doversi procedere» per essere rimasti ignoti gli autori del reato. Tra questi «militari ignoti» anche tali ‘Wermer’ e ‘Stefans Gregor’, all’epoca non meglio identificati e ora improvvisamente riemersi da un lontanissimo passato. La procura militare di Roma, secondo quanto si è appreso, avrebbe già sentito per rogatoria i due indagati, che avrebbero nuovamente confermato la loro estraneità ai fatti. Sentiti anche numerosi ex militari tedeschi in qualità di testimoni, ma ulteriori accertamenti sono in corso.

I due ex soldati sono stati rintracciati dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta a carico di Otmar Muhlhauser, l’ex ufficiale tedesco morto lo scorso mese di luglio mentre era in corso l’udienza preliminare nei suoi confronti. L’identificazione dei due ex soldati e la loro iscrizione nel registro degli indagati da parte della procura militare di Roma riapre l’inchiesta su una strage che, con la morte dell’ultimo imputato e una serie di assoluzioni e archiviazioni, è rimasta finora impunita.