Cercansi mamma e papà di 500 embrioni della clinica di Severino Antinori: dissequestrati

di redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2017 - 16:03 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Cinquecento embrioni un tempo custoditi alla Clinica Matris di Severino Antinori, a Milano, cercano mamma e papà. La Procura di Milano sta cercando le coppie che ne sono legittime proprietarie, dopo che il Tribunale del Riesame ha disposto il dissequestro nell’ambito dell’inchiesta in cui il ginecologo è accusato di aver ‘rapinato’ ovuli a una infermiera spagnola.

In un numero non irrilevante i genitori legittimi sono difficili da individuare in quanto gli embrioni sarebbero frutto di una fecondazione avvenuta non in base alla legge 40 bensì tramite una presunta compravendita di ovociti.

Sebbene il pubblico ministero Maura Ripamonti abbia fatto ricorso in Corte di Cassazione contro la decisione del Riesame, dal momento che il dissequestro è immediatamente esecutivo, sta cercando di ricostruire chi siano i legittimi proprietari, e di stabilire a chi vadano ridati gli ovuli fecondati nei casi in cui siano frutto di un procedimento ritenuto illecito, visto che gli ovociti sarebbero stati pagati e non donati.

I circa 500 embrioni, dopo un precedente dissequestro, furono risequestrati insieme a molto altro materiale biologico il 13 ottobre 2016 nell’ambito dell’indagine per cui ora il ginecologo è sotto processo a Milano.

Qualche giorno fa i giudici del Riesame, secondo i quali Antinori è mero depositario e dunque non ha diritto alla restituzione degli embrioni, hanno demandato alla Procura di “accertare la titolarità di quanto sequestrato”, e ora custodito in appositi congelatori alla clinica Mangiagalli, non avendo loro “poteri istruttori”. Così il pm Ripamonti accanto si è ritrovato a sbrogliare l’intricata matassa e cioè affidare il compito di individuare esattamente chi abbia il diritto a vedersi restituire gli ovuli fecondati.

Un compito molto difficile laddove la fecondazione sarebbe avvenuta, come ipotizza l’inchiesta, tramite il reperimento degli ovuli dietro il presunto pagamento di tariffe ben precise in Spagna o dietro compenso di qualche altra donna in Italia. Accusa, questa, che il ginecologo ha sempre respinto, affermando di non aver mai acquistato ovuli ma di aver semmai rimborsato le spese di soggiorno a Milano alle donne. Per arrivare a identificare i legittimi ‘genitori’ degli embrioni si prevede siano necessarie alcune settimane.