Chioggia. Gianni Scarpa, il bagnino “fascista”: “Non mi possono fare un c… La licenza non è mia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Luglio 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Chioggia. Gianni Scarpa, il bagnino "fascista": "Non mi possono fare un c... La licenza non è mia"

Chioggia. Gianni Scarpa, il bagnino “fascista”: “Non mi possono fare un c… La licenza non è mia”

ROMA – Chioggia. Gianni Scarpa, il bagnino “fascista”: “Non mi possono fare un c… La licenza non è mia”. Personaggio pittoresco a livello locale, Gianni Scarpa, quello dello stabilimento balneare “fascista” sul lido di Chioggia, è diventato personaggio mediatico in un attimo, approfittando forse anche della concomitanza della nuova legge più restrittiva in discussione sull’apologia del reato.

Radio, tv e giornali fanno a gara per intervistarlo, vogliono un titolo e lui non si sottrae, snocciolando tesi e teorie che gareggiano con i deliranti cartelli affissi alla Playa di Punta Canna quanto a pregiudizi e approssimazione storica. A chi piace il genere qualche perla.

“A me non tolgono proprio un cazzo, tesoro. Sai perché? Io sono il bagnino, sono il bagnino, capito? Ho venduto nel 2010 e dal 2011 sono il bagnino. Sono un dipendente, hai capito?”. A La Zanzara su Radio 24 parla Gianni Scarpa, il bagnino fascista di Chioggia che ha riempito il lido di Sottomarina “Playa Punta Canna” di manifesti e frasi dedicate al Duce e al Ventennio. “Dopo tutto quello che mi stanno dicendo, mi stanno massacrando, rispondo così: me ne frego”. “Non penso niente – dice Scarpa – quelli dell’Anpi manco li conosco, non so chi sono. Se la vedranno coi titolari. Io ho 64 anni e sono mezzo rimbambito, questa forse è l’ultima stagione che faccio. Sono stanco”. (La Zanzara)

Non è casa sua, però nei cartelli e nelle dichiarazioni sembra dimenticarsene. A La Repubblica che lo incalza risponde infastidito ma non scioglie la contraddizione specie quando si avventura in una ricognizione storiografica sul Duce: “Un social liberale che ha fatto molto per l’Italia anche se ha commesso l’errore di portarci in guerra, costretto da Hitler. In molti in questa spiaggia la pensano come me. A qualcuno non va bene? Faccia a meno di venire. A casa mia le regole le faccio io, è da 22 anni che gestisco questo bagno, questa zona prima era un ricovero di tossici”.

Sua o non sua la casa, dimostra qualche incertezza nell’approcciarsi al tema della shoah, visto che nella casa non sua ci si diverte con riferimenti idioti alle camere a gas. Il pregiudizio è un animale dai mille tentacoli: “Non ho niente contro gli ebrei, sono da ammirare perché sono più bravi negli affari. Ho qualche problema con i Rom perché non è giusto educare i bambini ad andare a rubare”. Postilla: detto che il suo nemico sono i politici che rubano, il presupposto post ideologico, per sua stessa ammissione, suona sempre lo stesso abusato refrain: “Non sono né di destra né di sinistra e le mie idee sono un po’ a destra e un po’ a sinistra”. Ah ecco, abbiamo capito…