Cimici cinesi, 400mila euro di danni per i kiwi di Padova

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Novembre 2016 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA
Cimici cinesi, 400mila euro di danni per i kiwi di Padova

Cimici cinesi, 400mila euro di danni per i kiwi di Padova

PADOVA – Le cimici cinesi stanno creando un grosso danno all’agricoltura nel Nord, dove da settimane è in corso una vera e propria invasione. Confagricoltura ha stimato  che ammonteranno a 400 mila euro almeno i danni causati alle coltivazioni di kiwi dell’Alto Padovano. Le perdite quest’anno ammonteranno a circa il 40 per cento del raccolto. Le “prede” delle cimici sono stati proprio i frutti migliori.

Le cimici cinesi e gli altri parassiti “alieni” che si sono accaniti sulle produzioni nazionali hanno provocato all’agricoltura, complessivamente, danni per un miliardo di euro, dalla Xylella degli ulivi al cinipide galligeno che ha decimato le castagne, dal punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme alla Tristeza degli agrumi e molti altri.

E’ quanto stima la Coldiretti. “La biblica invasione nel Nord Italia della “cimice marmorata asiatica” – commenta l’organizzazione agricola – non è che l’ultimo assalto di un folto stuolo di parassiti che a più riprese, a seguito dei drammatici effetti dei cambiamenti climatici ma anche della globalizzazione degli scambi, colpiscono le coltivazioni orticole, frutticole, i vigneti e gli oliveti del Bel Paese”.

L’arrivo in Italia della “cimice marmorata asiatica”, sostiene la Coldiretti, è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta. A favorirne la diffusione è stato un autunno particolarmente caldo con la moltiplicazione degli esemplari che non hanno in Italia antagonisti naturali. La prima segnalazione – sottolinea la Coldiretti – si è avuta in Emilia Romagna nel 2012 ma quest’anno la situazione è drammatica soprattutto nel Nord Est, tra Friuli e Veneto, anche se non mancano riscontri in altre regioni, dalla Lombardia al Piemonte. La lotta in campagna per ora può dunque avvenire solo attraverso protezioni fisiche come le reti anti insetti a protezione delle colture perché non è possibile importare insetti antagonisti dalla Cina per motivi sanitari.