Cittadella, Ask.fm assolto per suicidio Nadia. Pm: “Cyberbullismo non c’entra”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Settembre 2014 - 16:38 OLTRE 6 MESI FA

 

Cittadella, Ask.fm assolto per suicidio Nadia. Pm: "Cyberbullismo non c'entra"

Cittadella, Ask.fm assolto per suicidio Nadia. Pm: “Cyberbullismo non c’entra”

CITTADELLA – Ask.fm “scagionato”: il social network, secondo i giudici, non c’entra niente con la morte di Nadia, la 14enne di Cittadella che si è uccisa a febbraio. Nadia era perseguitata dai cyberbulli, e tutti avevano puntato inizialmente il dito contro gli insulti subiti in Rete.

Questi erano alcuni:

“Sei una ritardata, grassa e culona, fai finta di fumare, ma non aspiri, fai finta di bere, ma non bevi, fai finta di essere depressa per attirare l’attenzione, sei patetica”.

“Cosa credi che accada dopo la morte?”. “Non lo so diosss, ogni tanto ci rifletto anche D:”.

“Dove pensi che vivrai tra cinque anni?”. “Vivrò tra 5 anni? wow :’)”.

“Qual è l’ultimo libro che hai letto?”. “Il diario di una ragazza suicida (stupendo tra l’altro)”.

Ma la Procura di Padova ha archiviato il caso, come racconta Cristina Genesin sul Mattino di Padova:

Caso chiuso senza colpevoli il suicidio di Nadia, la studentessa quattordicenne di Fontaniva che ha annientato la propria breve esistenza lanciandosi nel vuoto dall’ultimo piano del Palace Hotel di Cittadella, nel grigio nastro d’asfalto intorno all’edificio ormai abbandonato. Un volo di 30 metri: era il 9 febbraio scorso, una domenica pomeriggio. Una fine triste. Una fine al centro di un’inchiesta che il pubblico ministero padovano Roberto D’Angelo si prepara a chiudere con l’archiviazione del procedimento penale, sempre rimasto a carico di ignoti. Dunque, senza alcun nominativo finito nel registro degli indagati. Morte per suicidio. Inutile cercare altre spiegazioni, secondo la procura.

Secondo la ricostruzione del magistrato, le intenzioni suicide della ragazzina prescindevano dalle dinamiche della chat:

Tuttavia il magistrato ha dovuto tenere conto anche dei cinque biglietti di addio lasciati dalla ragazzina ai familiari. Biglietti in cui non c’è alcun riferimento agli insulti e alle provocazioni in rete. Nadia, peraltro, aveva risposto 1.148 volte a sollecitazioni idiote come (bisogna dirlo) a offerte d’aiuto. Non solo. Una compagna di scuola l’aveva scoperta nel bagno dell’istituto con la mano insanguinata, mentre nell’altra teneva una lametta: un episodio riferito a un’insegnante che aveva informato il dirigente scolastico pronto ad avvertire la famiglia. E gli incontri tra Nadia e una psicologa erano già stati fissati mentre lei aveva preannunciato al fidanzatino: «Mi uccido domenica alle 5».