Civitanova, Ilaria Gelicich si uccide sotto treno a 20 anni

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Aprile 2016 - 12:39 OLTRE 6 MESI FA
Civitanova, Ilaria Gelicich si uccide sotto treno a 20 anni

Civitanova, Ilaria Gelicich si uccide sotto treno a 20 anni

CIVITANOVA MARCHE – Ha scritto una lettera, Ilaria Gelicich, per chiarire le sue intenzioni e i contorni di un disagio sempre più opprimente. Poi si è buttata sotto un treno, il Frecciabianca che correva nel binario 2 della stazione di Civitanova.

E’ finita così la giovane vita di questa studentessa di 20 anni, iscritta a Macerata alla facoltà di Mediazione linguistica ma originaria di Bologna. All’inizio si era pensato a una fatalità ma poi quel biglietto scritto ai genitori e al fidanzato ha chiarito le intenzioni della ragazza. Scrive Il Corriere Adriatico:

Non lascia spazio a dubbi la lettera trovata dagli inquirenti nell’appartamento di via Batà, a Macerata: è lì che il padre era venuta a trovarla, nella città in cui la ventenne studiava. Gli agenti della Polfer lo hanno rintracciato e raggiunto nella tarda serata dell’altro ieri, poche ore dopo la tragedia. La giovane ha scritto una lettera, chiedendo scusa ai genitori e al fidanzato per quello che avrebbe fatto di lì a poco. Un salto sui binari, poi il corpo della studentessa bolognese è stato sbalzato al binario uno, ad una cinquantina di metri dal punto dell’impatto. Agli agenti della Polfer di Ancona, che hanno preso in mano il caso, il macchinista del convoglio, un Freccia Bianca Milano- Lecce, ha riferito di aver visto una persona ferma da una parte lanciarsi contro il treno in corsa.

La stessa versione, tra l’altro, fornita da un testimone agli agenti del commissariato di Civitanova giunti sul posto insieme ai carabinieri l’altro ieri pomeriggio. L’uomo aveva raccontato di aver visto la ventenne gettarsi sui binari con un balzo. Poi il corpo trascinato per una cinquantina di metri dal treno. A terra sono finiti i suoi libri, una raccolta di poesie di Eugenio Montale. Dietro quel terribile gesto il male di vivere, quello raccontato proprio da Montale e da tanti poeti del Novecento. Amava la poesie Ilaria, amava leggere e fotografare il cielo, il mare e i colli bolognesi. Nella sua camera dell’appartamento universitario gli inquirenti hanno trovato tanti libri. E quella lettera scritta a mano, che mette la parole fine al tragico caso.