Clandestini afghani a Genova su jet privato, il costo: rene, neonato o 15mila $

Pubblicato il 2 Aprile 2013 - 14:20| Aggiornato il 5 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Un rene, un neonato o fino a 15mila dollari in contanti. Questi i “prezzi” da pagare per i clandestini che dall’Afghanistan vogliono arrivare in Italia su un jet privato. L’Interpol e la polizia italiana hanno arrestato all’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova i clandestini e hanno accertato il coinvolgimento di due piloti italiani e due dipendenti di un’agenzia di viaggi.

Libero quotidiano spiega che gli episodi che hanno permesso di scoprire i viaggi pagati a caro prezzo sono stati in particolare due:

“Un primo tassello è avvenuto a Kavala, una cittadina nel nord est della Grecia, dove una pattuglia della Dogana ha intercettato 15 stranieri in procinto di imbarcarsi su due voli diretti a Genova. Tra questi, anche una donna incinta, al nono mese di gravidanza. I loro passaporti indicavano che si trattava di danesi, ma il nervosismo dimostrato dai turisti durante il controllo e i loro tratti somatici, ben lontani da quelli scandinavi, hanno insospettito gli agenti, che hanno proceduto ad accertamenti approfonditi. Così, dopo aver incrociato i dati, è emerso che i documenti era falsi e che i 15 passeggeri erano in realtà afghani. Per tutti è scattato l’arresto”.

Un secondo episodio avrebbe confermato il traffico di clandestini afghani dalla Grecia all’Italia:

“Nel frattempo, dopo solo pochi giorni dall’episodio di Kavala, ecco che la scena si ripete a Ioannina, un piccolo aeroporto nel nord ovest della Grecia. Sei i clandestini che stavolta finiscono in manette: due coppie, un neonato e un trentenne, anche loro alla volta di Genova su un efficiente Learjet”.

L’orrore di quei pagamenti è segnato sui corpi dei clandestini:

“Alla polizia alcuni afghani con le cicatrici ancora fresche raccontano di essersi sottoposti a interventi chirurgici per l’asportazione di un rene, altri hanno detto d’aver pagato il viaggio in cambio del loro bimbo, che sarebbe nato a Genova, dove l’organizzazione si occupava di far partorire le donne e prendeva i neonati. «Arrivata a destinazione avrei dovuto far nascere il bimbo e lasciarlo. Questo era il prezzo da pagare: un figlio, un organo o dai 10 ai 15mila dollari in contanti», ha detto la gestante”.

Il quotidiano Libero spiega poi che le indagini sono ancora in corso:

“Dalle verifiche sui piani di volo e le carte d’imbarco dei Learjet è emerso che i velivoli sono stati affittati da una società «fantasma» francese riconducibile a una compagnia con base a Milano. La tratta era sempre la stessa: Grecia-Genova. Inoltre l’organizzazione può contare su una rete di soggetti che fornisce assistenza ai clandestini. I poliziotti stanno cercando nelle immagini delle telecamere dello scalo ligure per individuare la banda. Impresa ardua, vista la moltitudine di persone che transitano ogni giorno in aeroporto. Tra queste, gli immigrati costretti a vendere gli organi in cambio di un posto sul volo della speranza”.