Codisti, fare la fila per mestiere (con regolare contratto)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Marzo 2016 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
Codisti, fare la fila per mestiere (con regolare contratto)

Codisti, fare la fila per mestiere (con regolare contratto)

ROMA – Codisti, fare la fila per mestiere (con regolare contratto). C’è qualcuno che in Italia, a giusto titolo, benedice la lentezza della burocrazia: è chi per mestiere si mette in fila agli sportelli degli uffici delle banche, delle Poste, della pubblica amministrazione ecc… a sbrigare le pratiche degli altri. Bollette, deleghe, moduli, impegnative. Sono i codisti, ricevono una retribuzione (10 euro l’ora) per mettersi in coda al posto tuo, rilasciano regolare fattura, versano il 20% di tasse al Fisco.

Sul Corriere della Sera Alessia Ribaudo ha intervistato alcuni rappresentanti di questa nuova attività lavorativa: parliamo di veri professionisti, non di giovanotti impegnati in lavoretti transitori e pagati in nero. Che possono assistere una cerchia circoscritta di clienti fidelizzati o rischiare un business più ambizioso contattando le aziende (oberate da un fardello supplementare che costa in media 31 miliardi l’anno e 34 giorni lavorativi l’anno solo per adempiere agli obblighi burocratici).

«Le code per fortuna in Italia non mancano mai e una volta tanto l’odiata e vituperata burocrazia si è trasformata nella mia migliore alleata — spiega Irene Xotta, 41 anni, di Galliate nel Novarese — perché sempre più persone non hanno il tempo o la voglia di fare la fila agli sportelli e si affidano a me che ho fatto di banche, uffici postali e agenzie delle Entrate il mio pane quotidiano». In effetti, si stima che ogni italiano trascorra circa 400 ore (16 giorni) all’anno in fila con un costo, secondo l’associazione dei consumatori Codacons, di 40 miliardi di euro. (Alessia Ribaudo, Corriere della Sera)

I codisti sono inquadrati secondo un contratto nazionale, frequentano corsi di formazione dedicati, svolgono una funzione altamente apprezzata in un Paese dove la burocrazia fa perdere 400 ore all’anno in media a ogni italiano. Il problema non è solo il tempo di attesa (un’indagine dimostra che dal 2003 al 2013 è aumentato il numero di chi aspetta più di 20 minuti): orientarsi nella giungla burocratica richiede una vera preparazione professionale sconosciuta al cittadino comune.