Consip, Federica Sciarelli 2 ore dai pm: al setaccio messaggi e chiamate

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Giugno 2017 - 19:55 OLTRE 6 MESI FA
Consip, Federica Sciarelli 2 ore dai pm: al setaccio messaggi e chiamate

Consip, Federica Sciarelli 2 ore dai pm: al setaccio messaggi e chiamate

ROMA – Due ore di faccia a faccia con il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo ed il sostituto Mario Palazzi per Federica Sciarelli. La conduttrice di Chi l’ha visto, indagata per concorso in rivelazione del segreto d’ufficio in quanto sospettata di essere stata la tramite tra il pm Henry John Woodcock ed un cronista del Fatto Quotidiano, è apparsa più turbata dall’attenzione mediatica che non dalla vicenda giudiziaria in cui si trova. Ai pm ha ribadito di non aver nulla a che vedere con la fuga di notizie del 21 dicembre scorso sugli sviluppi dell’inchiesta napoletana su Consip.

La messaggistica WhatsApp e le telefonate in entrata e in uscita dal suo cellulare, in particolare il 20 dicembre scorso, sono ora al vaglio degli investigatori che trovano sospetti i contatti telefonici con Marco Lillo del Fatto Quotidiano, autore degli scoop che a dicembre rivelarono l’inchiesta sulla Consip.

“La chiamai per sapere dove si trovasse il pm Woodcock, non è un mistero che il pm Woodcock e Federica Sciarelli siano legati sentimentalmente”, ha precisato nei giorni scorsi Lillo. “Sono stata sempre tranquilla”, ha detto oggi Sciarelli alla fine dell’interrogatorio. Il suo difensore, Giorgia Papiri, ha precisato che nel corso dell’atto istruttorio la sua assistita “ha risposto a tutte le domande e fornito i chiarimenti del caso”.

La stessa penalista ha anche spiegato che il telefono cellulare della Sciarelli, sequestrato nei giorni scorsi, non è stato ancora restituito “perché il consulente non ha finito gli accertamenti sui messaggi di WhatsApp”. Al vaglio degli inquirenti, quindi, non solo i tabulati telefonici dai quali sono emersi contatti tra la giornalista ed il collega del Fatto Quotidiano, ma anche messaggini e spostamenti registrati dalle celle telefoniche.

I pm romani dovranno ora verificare se i loro sospetti siano fondati. Per gli inquirenti una cosa è certa: la presunta fuga di notizie relativa alle indagini, nel capoluogo campano, sull’attuale ministro dello Sport, Luca Lotti, sul comandante generale dell’Arma dei carabinieri Tullio Del Sette e sul comandante dei carabinieri della Legione Toscana, generale Emanuele Saltalamacchia, per rivelazione del segreto d’ufficio, è avvenuta in un arco di tempo di otto/dieci ore, ossia dal momento delle iscrizioni nel registro degli indagati e la stampa del quotidiano diretto da Marco Travaglio.

Adesso l’attenzione si sposta sull’interrogatorio di Woodcock, in programma la prossima settimana.