Consip, inchiesta accelera, verbali inediti, come orientarsi nei 4 dossier di indagine

Pubblicato il 19 Giugno 2017 - 06:55 OLTRE 6 MESI FA
Consip, inchiesta accelera, verbali inediti, come orientarsi nei 4 dossier di indagine

Consip, inchiesta accelera, verbali inediti, come orientarsi nei 4 dossier di indagine. Nella foto, Luigi Marroni, ex ad di Consip

Consip, inchiesta tormentata dal conflitto fra due Procure della Repubblica, Napoli e Roma. Dove gli accusatori sono diventati accusati e gli accusati sono accusatori. Claudia Fusani, sul suo blog, parla di accelerazione. Un segnale può essere la crisi aperta al vertice della azienda dalle dimissioni di due consiglieri su tre con la conseguente caduta del consigliere delegato,  Luigi Marroni. Intanto, come informa Chiara Scalise, è cambiata la posizione giudiziaria dell’appena dimesso ex presidente della Consip Luigi Ferrara, da testimone a indagato:  è stato iscritto, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per il reato di “false informazioni ai Pm”.

Claudia Fusani mette on line una serie di citazioni e rivelazioni inedite dai verbali dell’inchiesta. Per gli amanti di questo tipo di voyerismo giudiziario è miele. Molto interessante la sintesi dei quattro filoni di inchiesta, che si intrecciano fra Napoli e Roma.

 Il primo riguarda la corruzione per un appalto miliardario erogato dalla centrale d’acquisti Consip (controllata del Tesoro) all’imprenditore Alfredo Romeo (è stato definitivamente revocato ieri) e vede indagati Romeo, appunto, e Marco Gasparri, dirigente di Consip a libro paga dell’imprenditore napoletano.

Il secondo filone riguarda la fuga di notizie: due persone, Marroni, ad di Consip, e Vannoni, ad di Publiacqua, municipalizzata di Firenze, amico personale di Matteo Renzi, hanno messo a verbale di aver saputo dell’esistenza dell’indagine Consip della procura di Napoli da due alti ufficiali dell’Arma, il comandante generale Tullio Del Sette e il capo della Legione Toscana generale Emanuele Saltalamacchia, dal presidente di Consip Ferrara e dall’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e attuale ministro dello Sport Luca Lotti.

Il terzo filone coinvolge Tiziano Renzi, il lobbista fiorentino Carlo Russo e l’ex deputato Italo Bocchino per l’ipotesi di reato di traffico illecito di influenze: avrebbero cioè ricevuto la promessa di danaro in cambio dei buoni uffici presso Consip e l’ad Marroni.

Infine, il quarto filone riguarda il sospetto che le indagini siano state inquinate proprio da chi le ha promosse e sviluppate: il capitano Scafarto, indagato per falso ideologico e documentale, e il colonnello Sessa, indagato per depistaggio.

Da notare, a margine ma non troppo, che l’indagine viene avviata due anni fa a Napoli. Nell’estate 2016 si allunga fino a Roma, negli uffici di Consip e della Romeo. Prima di Natale il pm Woodcock la deve passare ai colleghi di Roma perché non ne ha più la competenza: i reati che riguardano Renzi Sr., Lotti e gli altri sarebbero stati commessi a Roma, pertanto la procura di Napoli non può procedere. A fine febbraio scorso, poi, il colpo di scena: l’indagine viene tolta agli investigatori del Noe. Il 10 maggio il capitano Scafarto assume il ruolo di indagato.