Consip, perquisita la casa del giornalista del Fatto Marco Lillo. Sequestrati pc, non è indagato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Luglio 2017 - 09:15 OLTRE 6 MESI FA
Consip, perquisita la casa del giornalista del Fatto Marco Lillo. Sequestrati pc e cellulari

Consip, perquisita la casa del giornalista del Fatto Marco Lillo. Sequestrati pc e cellulari

ROMA – Consip, perquisita la casa del giornalista del Fatto Marco Lillo. Sequestrati pc e cellulari. E’ in corso una perquisizione nell’abitazione romana del giornalista del ‘Fatto Quotidiano’ Marco Lillo in merito alla fuga di notizie sul caso Consip.

Secondo quanto riportato dal sito del Fatto Quotidiano, Marco Lillo non sarebbe indagato e la Procura di Napoli avrebbe disposto la perquisizione per rivelazione del segreto d’ufficio avvenuta attraverso la pubblicazione del libro “Di Padre in Figlio” di cui il giornalista -attualmente in vacanza – è autore.

La perquisizione, effettuata dalla Guardia di Finanza, sarebbe stata disposta dalla Procura di Napoli dopo la denuncia dell’imprenditore Alfredo Romeo. A quanto risulta, sarebbero stati sequestrati al giornalista anche il computer e i telefoni cellulari.

“Mi gioco la mia credibilità: le mie fonti non sono Sciarelli e Woodcock, né l’una tramite l’altro”, aveva dichiarato il giornalista Lillo in riferimento alla decisione della Procura di Roma di indagare per violazione del segreto d’ufficio il pm di Napoli Woodcock e la giornalista Federica Sciarelli per la fuga di notizie sull’inchiesta Consip.

Lillo, in occasione della presentazione del suo libro ‘Di padre in figlio’ che ha al centro l’inchiesta Consip, nel sottolineare che “le fonti sono e devono restare segrete in virtù del nostro ordinamento”, aveva affermato che “la Procura di Roma sta facendo legittimamente il suo lavoro ma ha formulato un’ipotesi accusatoria che non sta in piedi”. Lillo concludeva  che “può capitare che si formuli un’ipotesi sbagliata. Penso che i magistrati accerteranno, sentendo Woodcock, Sciarelli e spero anche me, che questo fatto non è mai accaduto”.

Secondo l’ipotesi accusatoria di Napoli, nel lavorare al libro uscito in edicola il 18 maggio scorso Lillo avrebbe attinto a notizie contenute dell’informativa del Noe del 9 gennaio 2017, dall’informativa del febbraio successivo, e di atti di indagine relativi all’inchiesta della Procura di Napoli su Romeo. La Finanza sta cercando questi atti, e le tracce informatiche che potrebbero documentare in che modo e tramite quale fonti Lillo se li è procurati. (Vincenzo Iurillo, Il Fatto Quotidiano).

Tramite una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, hanno voluto esprimere la loro vicinanza al giornalista del Fatto:

“Questa mattina la Guardia di Finanza di Napoli ha operato una perquisizione a casa del giornalista del “Fatto Quotidiano” Marco Lillo, autore di numerose inchieste tra cui anche quelle su Mafia Capitale e Consip. Ancora una volta si cerca di risolvere un problema reale, quello della fuga di notizie, colpendo chi invece ha il dovere professionale di dare le notizie nell’interesse dei cittadini ad essere correttamente informati. Ancor più gravi sono le dichiarazioni dei legali di Alfredo Romeo che confessano candidamente di aver tentato, con la segnalazione alla Procura, di aggirare l’esimente del diritto di cronaca che avrebbe portato a “cestinare” una loro eventuale querela per diffamazione nei confronti del giornalista. Si tratta di un’azione dai chiari contorni intimidatori, in quanto, com’è noto, il reato di violazione del segreto istruttorio non è mai contestabile ai giornalisti”.