Consip, vice Noe Alessandro Sessa indagato per depistaggio. Romeo e Marco Gasparri a processo

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Giugno 2017 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA
Consip, vice Noe Alessandro Sessa indagato per depistaggio. Romeo e Marco Gasparri a processo

Consip, vice Noe Alessandro Sessa indagato per depistaggio. Romeo e Marco Gasparri a processo

ROMA – Il vicecomandante del Noe, Alessandro Sessa, è indagato dalla Procura di Roma per il reato di depistaggio nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sugli appalti Consip. Accompagnato dal suo difensore, il colonnello viene sentito oggi dall’aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi, titolare della maxinchiesta.

Sessa nel maggio scorso era stato stato sentito come testimone dai magistrati capitolini sia sulla fuga di notizie che sull’operato del capitano del Noe, Gianpaolo Scafarto, accusato a sua volta di falso per una serie di omissioni in una delle informative a sua firma depositate in procura. La sua iscrizione potrebbe essere proprio legata alla vicenda dei falsi in una informativa contestati a Scafarto. All’atto istruttorio è presente anche il procuratore capo Giuseppe Pignatone. Sessa è assistito dall’avvocato Luca Petrucci.

Due, in particolare, i falsi contestat: uno riguarda l’attribuzione all’imprenditore Alfredo Romeo di una frase su un incontro avvenuto con Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo e accusato di traffico di influenze. Frase che, come riportavano correttamente i brogliacci, è stata in realtà pronunciata dall’ex onorevole Italo Bocchino, collaboratore di Romeo, con riferimento all’ex presidente del Consiglio. La seconda, invece, ha a che fare con un presunto interessamento dei servizi segreti all’indagine. Ma il presunto 007 di cui Scafarto parlava nell’informativa sarebbe stato identificato come un residente della zona.

Intanto la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo e l’ex dirigente Consip Marco Gasparri, accusati di corruzione. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Mario Palazzi. L’episodio di corruzione è stato stralciato dal troncone principale dell’inchiesta sugli appalti della centrale acquisti della pubblica amministrazione.

Romeo, tuttora detenuto nel carcere di Regina Coeli, e Gasparri, che ha ammesso di aver ricevuto 100 mila euro in tre anni dall’imprenditore in cambio di notizie relative agli appalti Consip, rischiano una condanna da sei a dieci anni di reclusione. La richiesta di giudizio immediato è stata accolta dal gip Gaspare Sturzo, che ha fissato il processo al prossimo 19 ottobre. Marco Gasparri, che in un interrogatorio tramite incidente probatorio, ha confermato di aver ricevuto il danaro da Romeo, potrebbe anche sollecitare una pena previo patteggiamento.