COP21: nuovo ordine mondiale o compromesso di basso livello?

Pubblicato il 2 Ottobre 2015 - 16:54| Aggiornato il 8 Ottobre 2015 OLTRE 6 MESI FA
Aspettando COP21 si accende il dibattito sul cambiamento climatico

Aspettando COP21 si accende il dibattito sul cambiamento climatico

Si è svolta oggi, a Palazzo Edison, la conferenza Geopolitica dei Cambiamenti Climatici.

Molti gli interventi e di pregio, per continuare il dibattito aperto con il ciclo di conferenze dedicate appunto al climate change in vista della conferenza COP21, che si terrà a Parigi dal 30 novembre e che dovrà essere il punto di inizio di una nuova strategia che i 195 Stati partecipanti dovranno implementare per ridurre le emissioni causa delle alterazioni climatiche.

Il dibattito si è aperto con il saluto del padrone di casa, Bruno Lescoeur Ceo di Edison, che ha voluto sottolineare come il tema della sostenibilità sia “fondamentale per il settore energetico, che deve essere parte della soluzione per poter costruire un futuro sostenibile”.

Intervenuto subito dopo, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha voluto sottolineare come si “la conferenza di Parigi potrebbe  rappresentare il paradigma di un nuovo ordine mondiale” ma che non dobbiamo essere convinti che ci sarà un accordo e che questo possa non deludere nessuno.

A seguire, in collegamento, Bruno Pasquino Commissario Generale di Expo Milano 2015.

Il dibattito è poi proseguito con la prima delle due tavole rotonde, dedicata alla prospettiva di un “accordo internazionale” sui cambiamenti climatici. A confrontarsi Laura Cozzi Vice Direttore della Direzione Economia Energetica Globale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia, Silvia Francescon, dell’ European Council on Foreign Relations, Leena Srivastava, Executive Director dell’Energy and Resources Institute di New Delhi , Claude Nahon, Sustainable development Senior Vice President di EDF, Marta Dassù, Direttore generale Affari Internazionali dell’Aspen Institute, Barbara Contini, Presidente Fondazione Italia – USA,  Ermete Realacci, Presidente della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei Deputati , e infine Tebaldo Vinciguerra Officiale del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace che nel suo intervento ha raccontato e spiegato il messaggio del Pontefice contenuto nell’Enciclica Laudato Si’ dedicata proprio a clima e ambiente.

La seconda tavola rotonda dedicata allo sviluppo di strategie transnazionali delle imprese in rapporto all’adozione di obiettivi ambientali vincolanti  ha visto dialogare Marco Margheri, Direttore Affari Istituzionali Edison, Roberto Potì, Vice Presidente Esecutivo Edison, Riccardo Puliti, Direttore Generale settore energia e risorse naturali dell’European Bank for Reconstruction and Development e Andrea Barbabella Responsabile Energia, Clima e reporting  della Fondazione Sviluppo Sostenibile.

A concludere i lavori un dialogo tra Lucio Caracciolo, direttore della rivista di Geopolitica Limes, e Francesco Rutelli.

Caracciolo ha sottolineato come sia difficile immaginare che Parigi sia il luogo di un nuovo accordo soddisfacente per tutti, perché “interessi di Paesi diversi non possono che coincidere in compromessi di basso livello” e perché geopoliticamente parlando, il disintegrarsi di molti Stati ormai governati da organizzazioni altre purtroppo impedirà l’adozione di norme ambientali ecosostenibili e come questo e altri fattori potrebbero portare o hanno già portato a importanti fenomeni migratori e a guerre del clima.

Rutelli ha invece ricordando come l’incidenza del clima sulla vita dell’uomo non sia una novità così come non lo è la lotta per le risorse, ha auspicato che Parigi sia sede di decisioni concrete, comprensibili, che possano scaldare di nuovo il cuore dell’opinione pubblica.

Prossimo appuntamento con le conferenze del ciclo Waiting for COP21 il 15 ottobre.