Coronavirus, chiese chiuse a Roma. Anzi no, dopo il monito del Papa il Vicariato ci ripensa

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2020 - 14:17 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, chiese chiuse a Roma. Anzi no, dopo il monito del Papa il Vicariato ci ripensa

Il cardinale De Donatis con Papa Francesco (nella foto Ansa). Chiese chiuse a Roma per coronavirus, poi le riaprono

ROMA – Chiuse tutte e 900 le chiese di Roma per l’emergenza coronavirus. Anzi no, restano aperte. E’ l’effetto dei due decreti emessi nell’arco di 24 ore dal vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Angelo De Donatis. Con il primo si vietava l’accesso al pubblico in tutte le chiese parrocchiali e non parrocchiali della Capitale fino al 3 aprile.

Il giorno dopo però il Vicariato corregge il tiro, con un nuovo decreto che riapre “le chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime”. Restano invece chiuse al pubblico “le chiese non parrocchiali e più in generale gli edifici di culto di qualunque genere”.

“Ogni provvedimento cautelare ecclesiale – si spiega –  deve tener conto non soltanto del bene comune della società civile, ma anche di quel bene unico e prezioso che è la fede, soprattutto quella dei più piccoli”.

A far cambiare idea al suo vicario, sarebbe stato proprio Papa Francesco, che questa mattina, nella messa a Casa Santa Marta, aveva invitato i vescovi, in questa emergenza coronavirus, a “non lasciare solo il santo popolo fedele di Dio” e aveva sottolineato che “le misure drastiche non sempre sono buone”.

Dopo poche ore arriva dunque la marcia indietro della sua diocesi, quella di Roma, che il giorno prima aveva annunciato la chiusura di tutte le chiese per questo periodo di isolamento.

Il decreto di ieri “viene pertanto modificato, ponendo in capo ai sacerdoti e a tutti i fedeli – spiega il cardinale vicario Angelo De Donatis – la responsabilità ultima dell’ingresso nei luoghi di culto, in modo tale da non esporre ad alcun pericolo di contagio la popolazione e nel contempo evitare il segno dell’interdizione fisica dell’accesso al luogo di culto attraverso la chiusura del medesimo, la quale potrebbe creare disorientamento e maggior senso di insicurezza”.

Fonte: Ansa