Discoteche, mascherine e capienza limitata in Emilia Romagna e Veneto. Chiuse in Calabria e Basilicata

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Agosto 2020 - 21:04 OLTRE 6 MESI FA
discoteca foto ansa

Coronavirus, stretta di Emilia Romagna e Veneto: mascherine e capienza limitata. Chiuse in Calabria e Basilicata (foto Ansa)

Nuova impennata dei contagi da Covid nelle ultime 24 ore: sono 574, contro i 523 di ieri. E bisogna risalire al 24 giugno per trovare un aumento più alto. Il Governo chiede la chiusura delle discoteche, le regioni rispondono in ordine sparso. 

Discoteche aperte o chiuse? Dopo il pressing del Governo, Veneto ed Emilia Romagna restringono gli accessi alle discoteche, tra le proteste dei gestori, mentre la Basilicata ne vieta l’attività seguendo l’esempio della Calabria.

Resta in piedi – se la curva della diffusione del virus dovesse continuare a salire – l’ipotesi di un intervento per far valere l’ultimo Decreto ministeriale del 7 agosto che imponeva ovunque la chiusura dei locali da ballo, anche all’aperto.

Contagi in salita in Italia

Continua, dunque, la ripresa del contagio in Italia (venerdì 14 agosto sono 574) in linea con quanto sta accadendo – con numeri più alti – in altri Paesi europei: dalla Spagna (ieri quasi 3mila casi) alla Francia (2.700) alla Germania (1.500).

I dati preoccupano il Governo. I ministri della Salute, Roberto Speranza e degli Affari regionali, Francesco Boccia, hanno avuto contatti con diversi governatori per sollecitarli a non abbassare la guardia in questo periodo di feste e viaggi.

Una “moral suasion” per evitare di ricorrere a misure impositive.

Discoteche, cosa hanno deciso le Regioni

Sul fronte discoteche si registrano così l’ordinanza di “sospensione delle attività del ballo” firmata dal governatore lucano Vito Bardi e quelle ‘gemelle’ dei presidenti di Veneto ed Emilia Romagna, Luca Zaia e Stefano Bonaccini.

Nei locali può entrare un numero massimo di persone pari alla metà della capienza normalmente autorizzata; e all’interno, mascherina obbligatoria, anche durante il ballo.

Chiusura immediata del locale se non vengono rispettate le norme, in vigore dal 15 agosto, il giorno di Ferragosto. “Una stretta – spiega Bonaccini – utile anche a evitare che divertimento e svago possano lasciare spazio ad atteggiamenti irresponsabili, anche solo di pochi, che possano vanificare il lavoro di questi mesi”.

I gestori protestano: “Non siamo degli untori”

Stretta che, naturalmente, non piace ai gestori delle discoteche.

“Ancora una volta – lamenta il presidente del Silb (Sindacato italiano locali da ballo) Emilia-Romagna, Gianni Indino – si colpisce un settore che viene identificato come un luogo in cui tutti mali della società convivono. Adesso ci è stato affibbiato il ruolo degli untori”.

E protesta anche Renata Tosi, sindaca di una delle capitali dello svago estivo, Riccione: “Qual è – chiede – il supporto scientifico per questa ordinanza?”.

Nella Riviera romagnola le spiagge intanto sono “sold out”. E il must dell’estate 2020 sono le cene in riva al mare.

Ministro Boccia: “Se i numeri non cambiano chiuderemo le discoteche”

Malgrado le proteste dei gestori, il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, non usa mezzi termini. 

In un’interivsta alla Stampa ha parlato di una  nuova possibile stretta sui locali della movida, discoteche (che – dice – non si sarebbero dovute riaprire) e stabilimenti balneari.

Boccia è convinto che dopo Ferragosto si arriverà alla chiusura in tutte le regioni nel caso i numeri del contagio non cambiassero tornando a scendere”.

Nel Lazio divieto dei falò in spiaggia

Nel Lazio invece, Ladispoli e Nettuno le amministrazioni comunali hanno disposto il divieto di accensione dei falò in spiaggia.

 Il Comune di Nettuno ha disposto il divieto di accesso e transito sull’arenile dalle ore 21 di oggi, e il contestuale divieto di balneazione dalle ore 19 , fino alle 9,30 del 15 agosto.

In regime ordinario resta consentita l’apertura delle attività di ristorazione. E’ inoltre severamente vietata l’accensione di falò e fuochi di ogni genere in spiaggia. 

L’arrivo dei contagiati dall’estero

Altra ragione di preoccupazione, nella stagione dei viaggi, è l’arrivo di contagiati dall’estero.

Le Regioni, con varie difficoltà ed in ordine sparso, si stanno attrezzando per adempiere ai loro doveri.

L’ordinanza di riferimento prevede tamponi obbligatori per chiunque entri in Italia da Spagna, Grecia, Malta e Croazia o, in alternativa, un test sierologico negativo.

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha deciso: nessun isolamento fiduciario per chi rientra dai Paesi a rischio.

La Regione però, adotta in maniera rigorosa “le misure igienico sanitarie” come l’uso sempre della mascherina e la “limitazione allo stretto necessario degli spostamenti”.

La Lombardia sottolinea che oltre il 50% dei nuovi contagi da Covid nella settimana che va dal 3 al 9 agosto “sono importati da Stato estero”.

Il governatore della Basilicata, ha invece disposto la misura “della permanenza domiciliare per 14 giorni per i residenti in Basilicata che rientrano da viaggi all’estero”.

Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, accusa le compagnie aeree di non fornire gli elenchi dei rientri, ma bacchetta anche i connazionali: “Era proprio necessario andare a fare vacanze all’estero?”

Rossi ha quindi scritto ai ministri di Trasporti, Interno e Salute per chiedere l’obbligo della registrazione preventiva del rientro per i viaggiatori che partono dall’Italia diretti verso Spagna, Malta, Grecia e Croazia (fonte: Ansa).