Coronavirus, esercito in strada. Il generale Bertolini: “I militari possono fermare, identificare e perquisire”

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Marzo 2020 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA
Coronavirus, esercito in strada. Il generale Bertolini: "I militari possono fermare, identificare e perquisire"

Coronavirus, esercito in strada. Il generale Bertolini: “I militari possono fermare, identificare e perquisire” (Foto archivio Ansa)

ROMA  –  “I militari possono eseguire posti di blocco, identificare persone da segnalare alle autorità competenti e perquisirle, se necessario”. A spiegare le funzioni dei militari della nuova operazione Strade Sicure  che in queste ore i prefetti stanno reimpiegando sul territorio nei controlli per il rispetto delle misure anti-coronavirus, è il generale Marco Bertolini, ex comandante del Coi, il Comando operativo di vertice interforze, la struttura della Difesa che gestisce tutte le missioni militari italiane, all’estero e in patria.

Bertolini – da poco in congedo, al termine di una carriera che lo ha visto al comando dei parà della Folgore, delle forze speciali italiane e con ruoli di vertice in molte missioni internazionali – precisa che con lo schieramento dell’esercito “non si tratta di militarizzare il territorio, ma di fornirne un ulteriore controllo in una fase di emergenza. I militari svolgeranno dunque, funzioni che in generale non hanno, come quella di pubblica sicurezza. E’ chiaro che il numero di unità da dislocare in determinati punti, come i parchi o altre zone, è discrezionale e dipende dalle situazioni e dalle valutazioni dei prefetti nei vari territori”.

Il generale Bertolini si dice “orgoglioso” dell’ennesimo contributo che i militari stanno garantendo: “Le Forze armate sono state considerate per decenni un qualcosa di accessorio, utilizzabile solo in situazioni improbabili, in cui non credeva nessuno. E adesso, nonostante i tagli operati negli ultimi anni, abbiamo bisogno proprio di quelle risorse. Penso, ad esempio, all’istituto farmaceutico militare di Firenze, che può essere utilizzato per produrre medicinali di nicchia, disinfettanti e mascherine, ma anche a quello che già sta avvenendo con la costruzione di ospedali da campo, l’invio di medici, le operazioni di soccorso con biocontenimento in aerei ed elicotteri e le attività di trasporto di qualsiasi cosa”.

Ma è un apporto, quello della Difesa, a tutto tondo, che non vede impegnati solo i miliari nella battaglia contro il coronavirus. “Guardiamo ad esempio – spiega il generale – ai dipendenti civili del dicastero: il ministro Guerini li ha messi a disposizione dell’azienda italiana, la Siare Enginereering di Valsamoggia in provincia di Bologna, per potenziare la produzione di respiratori e dispositivi per le esigenze delle sale di terapia intensiva e sub intensiva in tutta Italia”. (Fonte: Ansa)