Concordia, indagato anche timoniere. Comune dell’Isola del Giglio chiede i danni

Pubblicato il 14 Settembre 2012 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA
(LaPresse)

GROSSETO – Gli indagati per “concorso in naufragio” della Costa Concordia il 13 gennaio scorso salgono a 10. La Stampa scrive che anche il timoniere della Concordia, Jacob Rusli Bin, è stato iscritto nel registro degli indagati il 22 agosto. Secondo la ricostruzione del disastro il comandante Francesco Schettino ordinò, in inglese, il cambio di rotta solo 23 secondi prima dell’impatto con lo scoglio. Ma il timoniere, scrive la Stampa, sbaglio la manovra.

La ricostruzione del tragico naufragio, in cui morirono 32 persone, è raccontata nella perizia degli esperti coordinati dall’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone su ordine del gip di Grosseto Valeria Montesarchio.

La Stampa parla dell’incomprensione tra Schettino e Rusli Bin:

“Schettino si accorge che la manovra «estremamente azzardata» dell’inchino al Giglio – a 0,3 miglia e «a una velocità di 15,5 nodi» – e cerca di virare a sinistra. «Alle 21.44 e 44 secondi ordina 10 gradi a sinistra per contrastare la rotazione della poppa verso lo scoglio, poi sale a 20 gradi a sinistra», ma Jacob Rusli Bin non comprende «e sbaglia la direzione di accostata e va a dritta arrivando anche a 20 gradi, per poi riportare la barra a sinistra come ordinato, con ritardo significativo». La Concordia, in realtà, era già praticamente sullo scoglio la collisione avviene alle 21.45 e 7 secondi -, in ogni caso anche il timoniere (che recuperò l’errore dopo 13 secondi dal momento in cui l’aveva ricevuto) sarà processato”.

Il quotidiano di Torino parla poi della lingua con cui vengono impartiti gli ordini nelle sale di comando delle navi della Costa Crociere:

“Resta, comunque, da capire il pasticciaccio della lingua con cui vengono impartiti gli ordini. Nella perizia emerge che «pur essendo stabilito dalla società Costa che la lingua a bordo debba essere l’italiano, il comandante svolge il suo periodo di direzione della manovra in plancia impiegando con il timoniere la lingua inglese, con non poche e gravi incomprensioni e conseguenze». Si impone, tuttavia, una domanda: l’indonesiano avrebbe capito meglio l’italiano? Mah. Basti pensare che a bordo c’erano altri membri dell’equipaggio che non comprendevano la nostra lingua, «il radio officer Spadavecchia, al momento di ammainare le lance di salvataggio» è stato costretto a ricorrere all’inglese «con un equipaggio sudamericano»”.

Il Comune dell’Isola del Giglio, che già si era costituito parte civile durante l’incidente probatorio, ora si prepara a chiedere un risarcimento per gli ingenti danni subiti dall’isola:

“Abbiamo chiesto la messa in mora di Costa Crociere”. Ad annunciarlo è l’avvocato Alessandro Lecci, legale del Comune di Isola del Giglio. “Insieme all’ufficio legale Pavia Ansaldo di Milano valuteremo in seguito – prosegue l’avvocato Lecci – la quantificazione del danno per la comunità dell’Isola del Giglio, che è immane”.