Crollo a Pompei, Bondi a Napolitano: “Se fossi responsabile lascerei”

Pubblicato il 7 Novembre 2010 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA

”Se avessi la certezza di avere responsabilità in quanto accaduto mi dimetterei. Ma rivendico invece il grande lavoro fatto”. Lo ha detto il ministro dei Beni e delle Attività culturali Sandro Bondi al termine del sopralluogo nella Schola Armaturarum crollata ieri, rispondendo alle tante critiche e anche al duro intervento di ieri del presidente della Repubblica.

L’esternazione di Bondi arriva dopo il duro commento fatto ieri dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva definito “Una vergogna per l’Italia” lo stato di abbandono che ha portato al crollo nel sito archeologico.

Il ministro per i Beni Culturali ha poi annunciato anche ”un piano di manutenzione straordinaria per le case di Pompei, molte delle quali – ha detto – sono a rischio”. Bondi ha annunciato che tornerà a breve nel sito archeologico mentre vanno avanti le valutazioni dei tecnici sullo stato del sito stesso.

”Per quanto mi riguarda, ha aggiunto Bondi replicando alla richiesta delle opposizioni di recarsi alla Camera per riferire in merito al crollo, riferirò immediatamente al Parlamento rispetto a quanto ho potuto verificare e conoscere oggi dopo l’incontro avvenuto a Pompei, sulla base di un atteggiamento di serietà e di responsabilità”.

Bondi contesta che ci sia ”solo un problema di risorse“, come da lui stesso detto ieri, per la gestione del sito archeologico di Pompei. Rispondendo alle domande dei giornalisti al termine del sopralluogo che ha compiuto insieme ai vertici del ministero e della Sovrintendenza archeologica il ministro ha detto: ”Non c’è solo un problema di risorse ma anche di come si spende. Negli anni scorsi si è riusciti a spendere solo la metà dei fondi assegnati”

Per quanto riguarda gli affreschi della Schola Armaturarum, crollata ieri mattina, il ministro ha fatto sapere che potranno essere probabilmente recuperati. ”La Schola – ha aggiunto Bondi – aveva subito un intervento di restauro nel 1947 e dovrebbe dunque essere possibile ricostruire l’edificio così com’era dopo la Seconda guerra mondiale”.

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