Crotone, ristorante è del pentito di ‘ndrangheta: 30 banchetti di nozze disdetti in due mesi

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2017 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Crotone, ristorante è del pentito di 'ndrangheta: 30 banchetti di nozze disdetti in due mesi

Una foto del ristorante (da Tripadvisor)

CROTONE – In due mesi sono arrivate trenta disdette per banchetti di nozze già prenotati. Siamo a Crotone al ristorante agriturismo “Giglio”: il motivo di così tante disdette in un locale che, su Tripadvisor vanta il 60 per cento di recensioni “eccellenti” è dovuto al fatto che il ristorante apparteneva a Giuseppe “Pino” Giglio, ritenuto esponente di spicco delle cosche locali che però è diventato collaboratore di giustizia all’interno del processo “Aemilia” che ha portato a pesanti condanne in appello contro esponenti dei clan calabresi trapiantate al nord.

La vicenda la racconta Il Corriere della Sera in un articolo a firma Claudio Del Frate:

“Due o tre disdette possono capitare, ma 30 sono il sintomo di una manifesta ostilità’ commenta Rosario Di Legami, l’avvocato responsabile del locale da quando è stato strappato ai proprietari e posto sotto la tutela dello Stato”.

“Nessuno vuole sedersi alla tavola del pentito, dell’”infame” che è passato dalla parte della legge e dello Stato ancora visti come un nemico. “Succede ancora così al Sud e a me che ho in gestione beni o aziende confiscate alla mafia, non è la prima volta che capita” aggiunge l’avvocato Di Legami”,

“Due settimane fa il “Giglio»” situato in località Capocolonna, a Crotone, è stato confiscato in seguito alla sentenza di secondo grado del processo “Aemilia” celebratosi a Bologna. La Corte ha confermato quasi per intero le condanne di primo grado inflitte a 60 imputati ritenuti appartenenti al clan Grande- Aracri che si era infiltrato in aziende, appalti e altri affari illegali nelle province di Reggio Emilia, Modena, Mantova”.

“Le accuse poggiano anche sulle rivelazioni fatte agli inquirenti da Pino Giglio che per la sua collaborazione si è visto ridurre la pena da 15 a sei anni di reclusione. La sentenza, che già aveva posto sotto sequestro e affidato a un amministratore giudiziale il ristorante di Crotone, ha dichiarato la confisca preventiva del locale in attesa della sentenza definitiva. Questo significa che il bene è stato tolto d’autorità alla famiglia Giglio, in quanto ritenuto corpo di reato, e messo nelle mani di un amministratore nominato dallo Stato, che è appunto l’avvocato Rosario Di Legami.”