Daniele Bonanno precipitato da casa. Padre: “L’hanno ucciso”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2016 - 15:07 OLTRE 6 MESI FA
Daniele Bonanno precipitato da casa. Padre: "L'hanno ucciso"

Daniele Bonanno precipitato da casa. Padre: “L’hanno ucciso”

ALESSANDRIA – “Me l’hanno ucciso”, dice disperato il padre di Daniele Bonanno, il ragazzo morto precipitando dalla sua abitazione. E’ successo lunedì mattina intorno alle 7 a Valmadonna, provincia di Alessandria. Un suicidio? Non sembra. Forse una caduta accidentale. Ne parla Il Secolo XIX:

Quella del gesto volontario è stata la prima ipotesi a cui gli inquirenti hanno lavorato: nell’abitazione, un open space al primo piano, nulla era fuori posto. Non un biglietto, non un messaggio. Non c’erano segni di scasso e il corpo non presentava segni di colluttazione. Potrebbe essersi trattato di una disgrazia, una terribile disgrazia. Daniele potrebbe essersi affacciato da quella finestra, che era sempre chiusa. Forse per controllare l’auto, una Audi, parcheggiata nella via. Potrebbe essersi sporto troppo ed aver perso l’equilibrio. Addosso, quando è stato trovato riverso sull’asfalto, aveva la maglia del pigiama e un paio di calzini.

In queste ore i carabinieri stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita del ragazzo, le telefonate effettuale e ricevute, i messaggi per trovare qualche elemento utile alle indagini. Era tornato solo il giorno prima da Treviso, dove aveva seguito un corso di formazione sull’uso di una piattaforma on line per le vendite. Ne era entusiasta. «Mai fermarsi…. formazione personale. Ora si recuperano l’energie», scriveva domenica pomeriggio sul suo profilo facebook, postando una foto che lo ritrae sorridente. La sera prima di morire era stato a cena con gli amici e la fidanzata. «Sei sempre stato uno in gamba», scrive il padre Valerio sulla pagina del ragazzo. Daniele lavorava nell’azienda di famiglia, la Sap. Lo scorso autunno il nome dell’azienda era finita in un’inchiesta condotta dal corpo Forestale dello Stato, l’operazione Triangolo, e l’attività era stata ferma per qualche tempo. A marzo si era tenuta la prima udienza preliminare in Tribunale a Torino. Ma Daniele non ne era coinvolto, aveva affiancato il padre in un momento difficile, che sembrava superato.