Delitto di Garlasco, giorno decisivo per Stasi. Si decide su nuovo dibattimento

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Aprile 2014 - 06:15 OLTRE 6 MESI FA
Alberto Stasi

Alberto Stasi

MILANO – Si saprà probabilmente già mercoledì se verrà riaperto il caso del giallo di Garlasco. La Corte d’Assise d’Appello di Milano, davanti alla quale si sta celebrando, con rito abbreviato, il nuovo processo di secondo grado a carico di Alberto Stasi, l’ex studente bocconiano imputato per l’omicio di Chiara Poggi, dovrebbe decidere se accogliere le richieste del pg e della parte civile di disporre il parziale rinnovamento del dibattimento e acquisire nuove prove. Rinnovamento a cui, invece, la difesa si oppone.

In mattinata, alla ripresa del processo cominciato lo scorso 9 aprile, concluderà il suo intervento Angelo Giarda, coordinatore del pool difensivo. La scorsa udienza il legale aveva già spiegato come fosse “inutile” disporre un supplemento istruttorio perché non avrebbe “aggiunto nulla di nuovo” e che gli ulteriori esami chiesti dal sostituto pg Laura Barbaini e dall’avvocato dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni, erano già stati esclusi dai periti e dai consulenti durante il processo di primo grado, quello in cui Alberto era stato assolto.

Una seconda assoluzione era arrivata anche nel primo processo d’appello. Una settimana fa pg e l’avvocato dei Poggi – anche sulla scorta delle indicazioni della Cassazione, che un anno fa ha annullato il procedimento di secondo grado ritrasmettendolo a Milano – hanno invece insistito su tre ulteriori accertamenti convinti che in questo modo sia possibile dare un volto e un nome all’assassino: la ripetizione dell’esperimento della cosiddetta camminata di Stasi sulla scena del crimine, estendendolo anche ai primi due gradini della scala su cui fu trovata senza vita Chiara e che Alberto dice di aver sceso; le analisi, mai effettuate, per individuare il Dna mitocondriale, da un capello castano chiaro trovato nel palmo della mano sinistra della giovane donna e esami sui margini delle sue unghie.

Infine, gli accertamenti sulla bici nera da donna nella disponibilità degli Stasi e di cui è stato chiesto il sequestro alla luce della testimonianza di Franca Bermani, la vicina di casa dei Poggi che aveva raccontato di averne vista una simile appoggiata al muretto della villetta di via Pascoli proprio la mattina dell’omicidio. Domani dunque, dopo la conclusione dell’intervento di Giarda, la Corte dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per la decisione sulla richiesta di riapertura del caso.

Se così fosse si allungherebbero i tempi del processo: i giudici dovrebbero nominare i periti e gli esami stabiliti richiederebbero un paio di mesi se non di più. Altrimenti si andrà alla discussione. In aula, come sempre, sono attesi Alberto e i genitori di Chiara. Fuori, invece, quell’esercito di giornalisti che da sette anni sta seguendo il caso. .