Delitto di Mozzate, Lidia Nusdorfi attirata con un sms dalla compagna del killer

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Aprile 2014 - 20:27 OLTRE 6 MESI FA
Delitto di Mozzate, Lidia Nusdorfi attirata con un sms dalla compagna del killer

Da sinistra: Dritan Demiraj, Lidia Nusdorfi e il suo ultimo fidanzato Silvio Mannina

COMO – Sarebbe stato un sms della compagna del presunto killer ad attirare Lidia Nusdorfi in quel sottopasso della stazione di Mozzate, in provincia di Como, dove è stata uccisa. La donna, ora in stato di fermo a Como per concorso in omicidio volontario premeditato, si chiama Monica Sanchi, cameriera di 36 anni di Riccione e madre di tre figli. Secondo l’accusa è stata lei la complice di Dritan Demiraj, col quale aveva una relazione da circa un mese e mezzo.

Demiraj, panettiere albanese di 29 anni reo confesso dell’omicidio di Lidia, “colpevole” di averlo abbandonato sei mesi fa, e del fidanzato di lei, Silvio Mannina.

“E’ un’indagine a puntate che non finisce mai..”, dicono i carabinieri comaschi. Lo scorso primo marzo, giorno del ritrovamento del cadavere di Lidia Nusdorfi nel sottopasso della stazione di Mozzate, sembrava un punto di partenza, ma quel delitto si è presto rivelato un punto di arrivo, il culmine della vendetta lucida e premeditata di Dritan, contro la ex convivente, nonché madre di suo figlio. E contro il fidanzato di lei, Mannina, strumento indispensabile per arrivare a lei.

Monica Sanchi martedì sera ha confessato in lacrime dopo sette ore di interrogatorio. Ha ammesso non solo di avere accompagnato a Mozzate il primo marzo Demiraj, ma di avere attirato la Nusdorfi nella trappola mortale. E’ stata lei, usando il telefonino di Mannina a inviarle gli sms fissandole un appuntamento. Prima a Malpensa, non sapendo esattamente dove lei si trovasse, poi alla stazione di Mozzate, il paese in cui si era stabilita presso parenti.

La Sanchi, hanno spiegato gli investigatori, era necessaria perché Demiraj non è in grado di scrivere correttamente in italiano e Lidia avrebbe capito che non era Silvio a inviarle i messaggi. In realtà lei si era insospettita del fatto che il fidanzato inviasse sms senza telefonare. “Perché non ci sentiamo?” aveva chiesto Lidia, ma la Sanchi prontamente aveva risposto “Non posso perché il microfono del telefono è rotto”.

Per i carabinieri di Como e Cantù e per il pm Simone Pizzotti questo comportamento configura pienamente il concorso in omicidio volontario premeditato che le viene contestato. Per quanto riguarda la morte di Mannina, ucciso la sera precedente a Sant’Arcangelo di Romagna, le eventuali responsabilità della cameriera riccionese sono ancora da definire. È vero che lei lo ha attirato a Rimini via chat, promettendogli un incontro amoroso, ma è da dimostrare la sua consapevolezza sul fatto che Demiraj avesse intenzione di ucciderlo così come non è provata una sua collaborazione alla sparizione del cadavere.

I carabinieri hanno poi smentito che la donna abbia fatto affermazioni sul terzo, ipotetico delitto attribuibile all’albanese, quello di un cugino sparito nel nulla in Albania. La procura di Rimini ha inviato una rogatoria per chiedere che fine abbia fatto quest’uomo, che potrebbe essere stato ucciso perchè aveva avuto una breve relazione con la Nusdorfi.

Certo è invece che i carabinieri di Como stanno cercando un terzo uomo, si ritiene anche lui albanese, che sarebbe andato a Mozzate con Demiraj e la Sanchi e avrebbe partecipato al delitto facendo da guardaspalle a Demiraj mentre il panettiere, nel sottopasso della stazione, aggrediva e infieriva con 11 coltellate sul corpo di Lidia, convinta di andare incontro al suo fidanzato.