Depresso e in malattia, la Cassazione: “Può uscire anche nelle ore di visita fiscale”

Pubblicato il 21 Ottobre 2010 - 15:58 OLTRE 6 MESI FA

Corte di Cassazione

Se un uomo è depresso e anche in malattia dal lavoro, può uscire nelle ore di visita fiscale. Per la Cassazione è sufficiente fornire “un serio e fondato motivo che giustifichi l’allontanamento dal proprio domicilio” per il lavoratore in malattia perché affetto da sindrome depressiva ansiosa, che non si trova a casa al momento della visita fiscale.

“La gravità” di questo “stato patologico”, infatti, può giustificare l’assenza nelle ore di reperibilità e il datore non può usarla come scusa per licenziare. I giudici, confermando il reintegro sul posto di lavoro, disposto dal Tribunale di Taranto, nei confronti di una donna licenziata perché fuori casa nella fascia di reperibilità.

Laura si era giustificata sostenendo di essere andata dal medico per un’emergenza e che comunque l’assenza era permessa dato che era afflitta da sindrome depressiva ansiosa. Secondo il datore, la dipendente non aveva nemmeno provato che “la visita medica alla quale si era sottoposta era indifferibile”, inoltre era stata vista anche andare al mare. “A differenza dei giudici di merito – scrive la Sezione Lavoro della Cassazione, sentenza 21621 – la società ricorrente ha trascurato la gravita dello stato patologico a carico della signora”. Infatti, “in casi simili, per giustificare l’obbligo di reperibilità in determinati orari, non è richiesta l’assoluta indifferibilità della prestazione sanitaria da effettuare, ma è sufficiente un serio e fondato motivo che giustifichi l’allontanamento dal proprio domicilio”.